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Covid, Galli: "Terza ondata è già partita"

"Dove si chiude, bisogna chiudere sul serio"

(Fotogramma)
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09 marzo 2021 | 14.10
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"La terza ondata è partita. E' già partita". Massimo Galli, responsabile del reparto malattie infettive del Sacco di Milano, si esprime così sull'emergenza coronavirus in Italia, mentre si discute di nuove misure, zona rossa speciale e zona gialla rafforzata per arginare il contagio e limitare le varianti del covid. "Molte infezioni e molti contagi dei prossimi giorni non li fermiamo perché sono già partiti. Il virus è in grado di adattarsi, molti di noi lo hanno detto beccandosi sberleffi. Ora ci si deve rimboccare le maniche, vaccinare e chiudere dove bisogna chiudere, con decisione", dice Galli a L'aria che tira su La7.

"Le varianti sono un fenomeno atteso per un virus come questo. Posso capire che un politico non abbia informazioni a questo proposito, ma non si può parlare di imprevedibilità. Noi stessi in Italia, a marzo dello scorso anno, siamo stati colpiti da una variante rispetto al virus originario di Wuhan, che ha colpito a Vo', in parallelo con la variante", spiega Galli. "La variante inglese, in Gran Bretagna, è stata scoperta a novembre ma gli studi hanno permesso di ricostruire che la prima manifestazione risaliva a settembre 2020", aggiunge.

Ieri il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha evidenziato la situazione di emergenza. "A me da cittadino sta benissimo una comunicazione non trionfalistica" del premier "che va a sottolineare i reali promettere e le difficoltà per risolverli, senza promettere la luna nel pozzo. Deve essere chiaro: per venire fuori da questa cosa tocca lavorare molto intensamente, sapendo che ormai le chiacchiere stanno a zero, come qualche politico avrebbe dovuto imparare mentre cercava di cavarne un vantaggio elettorale", aggiunge.

"Non so se tra poche settimane avremo un flusso enorme di vaccini, non so se alla fine di aprile faremo il bagno nei vaccini, ora però ce n'è molto poco, nel momento di massima necessità", dice facendo riferimento alla campagna di vaccinazione. "Sono stanco di sentire politici che non si sarebbero mai immaginati di poter essere in questa situazione. Se è un'ammissione di responsabilità, va bene così. Anche quest'estate, quando si parlava di virus moribondo, dicevamo che ci sarebbe stato il problema di produrre e distribuire il vaccino. Bisognava essere più proattivi".

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