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Coronavirus in Italia

Covid, Bassetti: "Iniziata terza ondata, temo farà male"

"Dobbiamo avere molta pazienza per tutto il mese di marzo"

Fotogramma /Ipa
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03 marzo 2021 | 10.03
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"Purtroppo sembra iniziata la terza ondata" di coronavirus in Italia, "ieri abbiamo avuto un aumento significativo dei ricoveri in terapia intensiva e non mi pare quindi che ci si siano più dubbi. Questi numeri in risalita riguardano solo alcune Regioni e quindi sono ancora più gravi, ma se dovessero aumentare uniformemente in tutto il Paese la situazione sarebbe più complicata. Dobbiamo fare attenzione. Temo che questa terza ondata farà male e dobbiamo avere molta pazienza per tutto il mese di marzo, correre con le vaccinazioni e sperare che le misure di contrasto ci aiutino a ridurre il contribuito di vittime". Lo sottolinea all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova e componente dell'Unità di crisi Covid-19 della Liguria, facendo il punto sulla situazione epidemiologica.

"Una sola dose di vaccino per chi ha avuto il Covid è una buona cosa e ci permette di risparmiare anche le fiale di vaccino. In Italia abbiamo avuto 2,5 mln di persone colpite con certezza ma sicuramente saranno almeno il doppio, quindi potremmo risparmiare diversi milioni. E' importante però che ci sia un'indicazione precisa in modo tale che tutti si comportino allo stesso modo", sottolinea ancora all'Adnkronos Salute Bassetti, commentando l'ipotesi avanzata ieri dal presidente del Css, Franco Locatelli, durante la conferenza stampa sul nuovo Dpcm.

Per quanto riguarda invece la possibilità di posticipare la seconda dose per aumentare subito la platea degli immunizzati con la prima, "non è che noi stiamo proponendo di non fare il richiamo, ma di spingerlo un po' più in là. Ad esempio - avverte Bassetti - per il vaccino AstraZeneca si può pensare di fare la seconda dose dopo 3, anche 4 mesi; per Pfizer e Moderna anziché farla tra la terza o quarta settimana, si può portarla a 6-8 settimane e si guadagna del tempo. Ci sono dei dati che avvallano questo e in emergenza - conclude - si possono prendere delle iniziative per il bene pubblico: se due dosi non ci sono meglio avere un fascia di popolazione vaccinata ampia che una piccola con due dosi".

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