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Cospito, manifestazione davanti ministero Giustizia: "Fuori Alfredo dal 41 bis"

Venerdì 24 marzo tribunale della Sorveglianza dovrà decidere su differimento della pena

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)
22 marzo 2023 | 13.51
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Manifestazione di un gruppo di anarchici davanti al ministero della Giustizia, in via Arenula a Roma, per chiedere la sospensione del regime del 41 bis per Alfredo Cospito, l'anarchico in sciopero della fame da 5 mesi, detenuto nel reparto di medicina penitenziaria dell'Ospedale San Paolo di Milano. "Fuori Alfredo dal 41 bis" urlano i manifestanti.

Cospito ha chiesto di presenziare all'udienza di venerdì 24 marzo davanti ai giudici del tribunale di Sorveglianza di Milano sul differimento della pena "per motivi di salute" - da 'espiare' ai domiciliari a casa della sorella - chiesto dai suo legali. Cospito sarà dunque nell'aula del carcere di Opera dotato del sistema di videoconferenza, a meno che i medici dell'ospedale San Paolo - dove viene curato e monitorato da giorni - non dovessero decidere che le sue condizioni di salute siano troppo precarie, in tal caso saranno i giudici a raggiungere la struttura ospedaliera.

Una decisione presa per evitare di rinviare l'udienza e di conseguenza la decisione che dovrà essere presa dalla Sorveglianza entro cinque giorni, con un provvedimento motivato.

I giudici - a decidere sarà la presidente del tribunale di Sorveglianza Giovanna Di Rosa, il magistrato Ornella Anedda e due esperti - dovranno tener conto della scelta di Cospito di non alimentarsi e su questo punto le sentenze della Cassazione sono piuttosto esplicite nel considerare la scelta del detenuto di rifiutare il cibo "non un motivo valido per ottenere gli arresti domiciliari". Ma la valutazione attiene anche la "compatibilità" con il carcere, la possibilità di garantire le cure da casa e "l'umanità" della pena dietro le sbarre date le condizioni mediche.

Cartelle cliniche e relazioni dei medici saranno centrali nella valutazione dei giudici della Sorveglianza che potranno decidere di affidarsi a una perizia medico-psichiatrica per sciogliere ogni dubbio sullo stato di salute dell'anarchico in sciopero della fame da ormai cinque mesi. Ipotesi, in questo momento, piuttosto remota. Così come importanti, ma non vincolanti, per i giudici sono i pareri che arriveranno dalla procura generale di Torino, da quella nazionale Antimafia mentre la procura generale di Milano si esprimerà oralmente in udienza.

Al termine dell'udienza i giudici, salvo sorprese, dovrebbero riservarsi, quindi la decisione motivata sarà comunicata alla difesa entro cinque giorni. Sempre venerdì il 24 marzo 'pende' sull'anarchico Cospito un'altra udienza di differimento pena davanti ai giudici del tribunale di Sorveglianza di Sassari.

Anarchico Valitutti minaccia: "Se Alfredo muore la reazione sarà durissima"

"Se Alfredo dovesse morire la reazione sarà durissima", questa "è una mia previsione" ma "anche una mia speranza", e, se ci si arriverà, "la responsabilità non sarà degli anarchici ma di quelli che stanno assassinando Cospito". Così all’Adnkronos Lello Valitutti, esponente di spicco della galassia anarchica noto al grande pubblico per la partecipazione al programma di Giletti, dopo la crisi cardiaca che ieri ha colpito Alfredo Cospito.

"Dire che sono preoccupato è dire poco – esordisce Valitutti - Sono esterrefatto che si possa arrivare a un tale livello di barbarie. Mi sembra impossibile che nel 2023 in questo Paese, che dovrebbe essere civile e democratico, si faccia morire una persona in questo modo. Se Alfredo dovesse morire, e parlo unicamente a livello personale, la reazione sarà durissima. Non ho mai detto che avrei ucciso qualcuno, né che lo avrebbero fatto gli anarchici, ma ribadisco che la reazione sarà dura. Questa è una mia previsione, una mia supposizione". E ancora. "Non è questione di vendetta, è una questione di giustizia. Una giustizia del popolo. Faremo in modo che la gente si fissi in testa la loro faccia e vedendoli pensi ‘questi sono gli assassini di Alfredo, questi sono gli assassini di un uomo giusto’. Questa è una cosa che faremo sicuramente, con calma e con tenacia, e poi daremo alla nostra rabbia collettiva il giusto sfogo". "Da 11 mesi stiamo lottando per evitare che la situazione degeneri, quindi se accadrà qualcosa ad Alfredo la responsabilità non sarà degli anarchici ma di quelli che lo stanno assassinando - dice Valitutti - La rabbia degli anarchici non farà mai danno ai poveri, alla gente perbene e onesta".

Infine, Lello Valitutti, commosso, afferma: "Se ora potessi incontrare Alfredo me lo stringerei forte forte al cuore, lo ringrazierei per il suo enorme coraggio e gli direi Alfredo, non sei solo, non lo sei mai stato e specialmente in questo momento siamo in tanti, in tantissimi che ti vogliamo bene e ci stringiamo intorno a te e ti ringraziamo enormemente per quello che stai facendo".

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