L'ospedale infantile Regina Margherita di Torino conferma di aver ricevuto 1 milione di euro dall'influencer. Il Codacons avvia azione legale collettiva. Cisl: "Balocco merita rispetto"
Mentre impazza online la bufera su Chiara Ferragni - iscritta da ieri nel registro degli indagati per truffa aggravata per il caso delle vendite di beneficenza del pandoro Balocco pink Christmas - la Città della Salute di Torino conferma di aver ricevuto, nella settimana prima di Natale, la donazione di 1 milione di euro che l'influencer aveva promesso nel famoso video di scuse.
Un 'punto a favore' di Ferragni che non basta però a calmare le acque sull' 'affaire' pandoro con il Codacons che va all'attacco lanciando un'azione legale collettiva contro l'influencer e chiede un risarcimento milionario. E mentre Ferragni è nel mirino, sale tra i sindacati la preoccupazione per i contraccolpi che la vicenda potrà portare agli anelli più deboli della catena: i lavoratori dell’azienda dolciaria piemontese travolta dallo scandalo.
L'ospedale Infantile Regina Margherita di Torino conferma di aver ricevuto da parte di Chiara Ferragni una donazione di 1 milione di euro prima di Natale. "Un atto di donazione è sempre un gesto di grande generosità a supporto delle strutture che si occupano della salute dei piccoli pazienti - sottolinea l'ospedale piemontese -. Nelle prossime settimane si valuterà, con il neo Commissario Giovanni Messori Ioli e la professoressa Franca Fagioli, verso quali investimenti tecnologici dedicare la donazione, sicuramente - prosegue la nota - con una logica di un ulteriore miglioramento della diagnosi, cura ed umanizzazione dei percorsi dei pazienti pediatrici".
Intanto sulla vicenda del pandoro Balocco 'Pink Christmas' il Codacons, associazione dalle cui denunce è nato lo scandalo del pandoro-gate e la successiva indagine della magistratura, lancia una azione collettiva contro Chiara Ferragni per far ottenere ai consumatori che hanno acquistato il pandoro Balocco 'Pink Christmas' il rimborso delle maggiori somme pagate. "A seguito della decisione della Procura di Milano di indagare l’influencer per il reato di truffa aggravata a danno dei consumatori - spiega il Codacons - si spiana la strada per una azione collettiva da parte di tutti i soggetti danneggiati dai presunti illeciti per cui procede la magistratura. Con la nostra azione miriamo a far ottenere rimborsi per complessivi 1,65 milioni di euro agli acquirenti del pandoro griffato Ferragni, somma calcolata sugli oltre 290mila pandori venduti nel 2022 (su un totale di 362.577 pezzi commercializzati) e pari alla differenza tra il prezzo del pandoro ‘normale’ Balocco (3,68 euro) e quello griffato Ferragni (9,37 euro), incremento di valore che, complici i post dell’influencer, avrebbe fatto ritenere che la maggiorazione di prezzo di 5,69 euro fosse il valore della donazione in solidarietà dei singoli acquirenti”.
Anche in assenza di scontrino, spiega l'associazione, "tutti i consumatori che hanno acquistato il pandoro ‘Pink Christmas’ possono aderire alla nostra azione e chiedere a Chiara Ferragni e alla Balocco il rimborso delle maggiori somme pagate delegando il Codacons a rappresentarli come parte offesa nell’inchiesta della Procura di Milano. Una azione alla quale è possibile aderire inviando una mail all’indirizzo info@codacons.it". Intanto l’associazione, che si costituisce oggi parte offesa nell’indagine della magistratura, chiede alla Procura di Milano di partecipare all’imminente interrogatorio di Chiara Ferragni "allo scopo di porre domande specifiche all’influencer nell’interesse dei consumatori lesi".
Il caso del pandoro rischia di travolgere anche i lavoratori della Balocco. E' questo il timore dei sindacati e ad esprimerli, all'Adnkronos, è il segretario generale della Fai Cisl Cuneo, Antonio Bastardi. Il primo sindacato dell’azienda dolciaria piemontese fin dall’inizio dello scandalo dei pandori ‘griffati’ Ferragni non ha voluto far mancare il suo sostegno a Balocco e nulla è cambiato con l’iscrizione ieri nel registro degli indagati dell’influencer e dell’ad del gruppo, Alessandra Balocco, con l’ipotesi di truffa aggravata.
L’azienda di Fossano ha affidato la sua reazione a una nota, in cui ha espresso turbamento, "anche pensando ai valori che ci guidano e all’etica che ci ha sempre contraddistinto". "Siamo assolutamente d’accordo con la comunicazione dell’azienda, che di beneficenza negli anni ne ha sempre fatta", evidenzia Bastardi, che ancora non si capacita di “come ci siamo ritrovati in questa situazione”, perché “non parliamo di un’azienda nata ieri, è un marchio che merita rispetto”.
Nella nota Balocco ha assicurato l’impegno per la produzione, “anche per tutelare chi è legato all’azienda, a partire dalle famiglie di chi lavora con noi”. Ed è proprio ai dipendenti, molti dei quali con contratto stagionale, che pensa il sindacato. “Balocco tra stagionali e fissi arriva a 200-250 lavoratori, fino a 300 nei picchi. La nostra prima preoccupazione è per queste famiglie e anche per i lavoratori dell’indotto di Balocco sul territorio della provincia di Cuneo e nello specifico di Fossano”, ribadisce Bastardi.
Il sindacato già prima di Natale aveva fissato un incontro con azienda e rsu a fine gennaio. Sul tavolo la campagna delle colombe, che “quest’anno, essendoci una Pasqua ‘bassa’, il 31 marzo, non sarà una stagione lunga, in cui non si produrrà molto”. Il timore è che, al di là del calendario 2024 poco favorevole, Balocco possa subire anche le conseguenze del danno d’immagine derivato dall’inchiesta sul pandoro griffato Ferragni.
“Al momento non ho ancora avuto segnali dai lavoratori, ma è chiaro che la preoccupazione c’è”, dice Bastardi, sottolineando però il dato positivo, ovvero che dopo le feste “la campagna delle colombe è partita, i primi contrattisti sono già rientrati e una parte rientreranno. La programmazione della produzione è appannaggio dell’azienda, ma se sono partiti con gli stagionali significa che loro hanno già un progetto di produzione per la Pasqua”.