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Chiara Ferragni, tutte le contestazioni dei pm: dalla pianificazione alla comunicazione ingannevole

Venduti almeno 362.577 Balocco Pink, per Cerealitalia (Dolci Preziosi) ingiusto profitto di 13 milioni

Chiara Ferragni - Agenzia Fotogramma / Ig Chiara Ferragni
Chiara Ferragni - Agenzia Fotogramma / Ig Chiara Ferragni
04 ottobre 2024 | 16.33
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Chiara Ferragni avrebbe ingannato i consumatori e avrebbe ottenuto, tramite due campagne commerciali un ingiusto profitto di circa 2,2 milioni di euro, oltre che benefici non calcolabili "dal ritorno di immagine" legato alle iniziative benefiche. Lo sostiene la procura di Milano che ha chiuso le indagini nei confronti dell'influencer ai vertici delle società Tbs Crew e della srl Fenice, del suo ex braccio destro Fabio Damato (allora legale rappresentante della srl Sisterhood e consigliere di Fenice), di Alessandra Balocco alla guida dell'omonima azienda dolciaria e di Francesco Cannillo presidente del cda di Cerealitalia, gruppo che ha tra i suoi brand 'Dolci Preziosi'. La chiusura indagini è l'atto che precede l'eventuale richiesta di processo.

Le contestazioni dei pm

"Le indagini hanno permesso di ricostruire la pianificazione e diffusione di comunicazioni di natura decettiva, volte a indurre in errore i consumatori in ordine al collegamento tra l’acquisto dei prodotti pubblicizzati e iniziative benefiche", afferma la procura di Milano nella chiusura delle indagini nei confronti di Ferragni e di altre tre persone per le presunte truffe legate alla vendita di pandoro e uova di Pasqua.

Nell'atto di chiusura firmato dall'aggiunto di Milano Eugenio Fusco e dal pm Cristian Barilli, si contesta un "ingiusto profitto conseguito dalle società Tbs Crew srl e Fenice srl e per il loro tramite anche dalle persone fisiche, pari a 1.075.000 euro più Iva. Ingiusto profitto conseguito da Balocco spa Industria Dolciaria e per il suo tramite anche dalla persona fisica, consistito nella vendita al pubblico di almeno 362.577 pandori 'Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni' mediante lesione della libertà contrattuale. Tutti conseguivano, inoltre, - si legge nel provvedimento - profitto non patrimoniale derivante dal ritorno di immagine legato alla prospettata iniziativa benefica".

Per le altre due operazioni, invece, "ingiusto profitto conseguito dalle società Sisterhood srl e Fenice srl per il loro tramite anche dalle persone fisiche, pari a 400.000 euro più Iva. Ingiusto profitto conseguito da Cerealitalia-ID spa e per il suo tramite anche dalla persona fisica, pari a 5.665.177,24 conseguito mediante lesione della libertà contrattuale. Ingiusto profitto conseguito dalle società Tbs Crew srl e Fenice srl e per il loro tramite anche dalle persone fisiche, pari a 750.000 euro più Iva". Anche in questo caso il ritorno d'immagine non è quantificato.

Nel provvedimento firmato dall'aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Cristian Barilli si ricorda come l'operazione 'Balocco' avrebbe indotto "in errore un numero imprecisato di acquirenti" convinti che con il proprio acquisto Pink (al prezzo di 9,37 euro invece di 3,68 euro del prodotto tradizionale) avrebbero finanziato la raccolta fondi a favore dell'ospedale Regina Margherita di Torino. L'accordo, invece, si è rivelato ben diverso, per la procura: le società Ferragni hanno incassato poco più di un milione di euro per pubblicizzare via Instagram l'iniziativa benefica per la quale la società Balocco aveva destinato 50mila euro a favore dell'ospedale, indipendentemente dalle vendite che si sono attestate ad "almeno 362.577" pandori Balocco Pink Christmas. La procura non quantifica per la società l'ingiusto profitto, ma se si calcola la differenza fra i due prezzi e lo si moltiplica per le vendite la somma supera i 2 milioni di euro.

Il caso

Le contestazioni relative alla truffa continuata e aggravata (dall'uso del mezzo informatico) riguardano due operazioni commerciali 'Pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni' (Natale 2022) e 'Uova di Pasqua Chiara Ferragni - sosteniamo i Bambini delle Fate (Pasqua 2021 e 2022) finite nel mirino dell'Autorità garante delle comunicazioni (Agcom) e di più procure con la competenza infine assegnata a Milano.

"Ciao guys, anche quest'anno le uova di pasqua Chiara Ferragni in collaborazione con Dolci Preziosi sostengono 'i Bambini delle Fate'... La Pasqua è vicina è il momento giusto per fare del bene". Anche la seconda si rivela, per la procura, "una pubblicità ingannevole condivisa via social media e web" attraverso storie e post su Instagram per promuovere il prodotto in edizione limitata 'Uova di Pasqua Chiara Ferragni" e sostenere l'impresa sociale 'i Bambini delle Fate'. Lo schema, ripetuto identico per due anni, garantisce all'influencer contratti per oltre un milione di euro (rispettivamente 400mila e 750mila euro per il 2021 e il 2022).

Contratti con cui guadagna, indipendentemente dalle vendite, e a fronte di un versamento da parte di Cerealitalia di mille euro mensili (il primo anno) all'associazione che tutela i bambini e di 21mila euro l'anno successivo. Anche in questo caso il numero di persone "indotte in errore" non è quantificabile, ma "l'ingiusto profitto" per la società con il marchio 'Dolci Preziosi' è pari, a dire della procura a circa 5,66 milioni (nel 2021) e quasi 7,46 milioni (nel 2022) per un totale di oltre 13 milioni di euro. "Tutti conseguivano, inoltre, - si legge nel provvedimento - profitto non patrimoniale derivante dal ritorno di immagine legato alla prospettata iniziativa benefica".

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