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AstraZeneca sospeso, come cambia piano vaccino Italia

Domani il verdetto dell'Ema sul vaccino. Asse Draghi-Macron: pronti a ripartire dopo il via libera

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17 marzo 2021 | 00.03
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AstraZeneca sospeso e il piano delle vaccinazioni cambia. Domani, 18 marzo, si attendono news dall'agenzia europea del farmaco (Ema), che si esprimerà sul vaccino Covid, fermato dall'Italia e da altri Paesi, dopo le segnalazioni relative a gravi eventi avversi. L'importanza della fornitura di AstraZeneca per l'Italia è nei numeri del piano vaccini presentato la settimana scorsa: l'azienda avrebbe dovuto inviare 10.042.500 dosi tra aprile e giugno e 24,7 milioni nel trimestre successivo. Per il primo trimestre, quello in corso, sono 5.352.250 le dosi AstraZeneca previste, di queste sono 2.196.000 quelle già distribuite alle regioni.

Se dall'Ema arriverà il semaforo verde, come appare probabile, si ripartirà con la somministrazione e i giorni persi verranno recuperati con relativa facilità. Se lo stop al vaccino AstraZeneca dovesse durare in tutto 4 giorni, in Italia andrebbero 'perse' 200mila vaccinazioni. La cifra arriva dagli approfondimenti compiuti da parte della struttura del Commissario straordinario per l’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo. Ma "in caso di ripresa delle somministrazioni di AstraZeneca a partire dal 18 marzo - comunicano fonti di Palazzo Chigi - il rallentamento potrà essere riassorbito nell'arco di un paio di settimane, anche grazie all’incremento della quantità del vaccino Pfizer stimato in 707.850 dosi".

Il quadro cambierebbe in maniera sostanziale se il semaforo rosso per AstraZeneca dovesse durare più a lungo: in questo caso, il rischio per l'Italia è un calo consistente nella fornitura di dosi di vaccino. Sarebbero oltre 10 milioni in meno quelle a disposizione nel secondo trimestre di quest'anno: la fornitura complessiva scenderebbe così a 42,4 milioni tra Pfizer, Moderna, J&J e Curevac (ancora da approvare). La parte più consistente, quasi 25 milioni di dosi, è previsto sia fornita da Pfizer.

Draghi-Macron: la telefonata

Il premier italiano Mario Draghi e il presidente francese Emmanuel Macron sono "pronti a far ripartire speditamente la somministrazione del vaccino AstraZeneca" appena arriverà l'ok dell'Ema, che domani renderà note le conclusioni sul vaccino. Nella giornata di martedì, Draghi e Macron "hanno avuto uno scambio di vedute sulla decisione presa in molti paesi europei, tra cui l'Italia e la Francia, di sospendere la somministrazione del vaccino AstraZeneca. Si tratta di una misura temporanea e cautelativa che durerà fino a giovedì 18 marzo, in attesa della conclusione dell'analisi supplementare condotta dall'Agenzia Europea per i Medicinali". Palazzo Chigi giudica "incoraggianti" le dichiarazioni "preliminari" dell'Ema. "In caso di conclusione positiva dell'analisi dell'Ema, i due leader sono pronti a far ripartire speditamente la somministrazione del vaccino AstraZeneca".

Ema: "Benefici vaccino superiori ai rischi"

"Sono inevitabili rari episodi gravi quando si vaccinano milioni di persone", spiega la direttrice esecutiva dell'Ema, Emer Cooke. Allo stato attuale "non ci sono indicazioni che il vaccino AstraZeneca abbia causato problemi". "L'incidenza di eventi tromboembolici nei soggetti che hanno ricevuto il vaccino AstraZeneca non è più alta rispetto alla popolazione" non vaccinata, afferma Cooke, ribadendo che "i benefici del vaccino superano i rischi". "Attualmente, non c'è alcuna indicazione che la vaccinazione" con il siero anti-Covid di Astrazeneca "abbia provocato queste condizioni", gli eventi tromboembolici, talora fatali. "Non sono emersi nei trial clinici - continua Cooke - e non sono compresi come effetti collaterali conosciuti o attesi con questi vaccini. Nei trial clinici, sia le persone vaccinate che quelle che hanno ricevuto un placebo hanno registrato numeri molto piccoli di sviluppi legati alla coagulazione del sangue".

Il caso dell'insegnante

Non ci sarebbe un nesso tra il vaccino AstraZeneca e la morte dell'insegnante biellese, deceduto domenica. Potrebbe essere stato un problema cardiaco improvviso a causare il decesso del docente poche ore dopo la somministrazione della prima dose di vaccino anti Covid. E', a quanto si apprende, ciò che sarebbe emerso da un primo riscontro durante l'autopsia eseguita questa mattina. Ancora, però, dall'esame autoptico non sarebbero emersi elementi riguardo a un nesso tra la morte del docente 57enne e la dose di vaccino ricevuta. A chiarire un'eventuale correlazione o meno dovranno, infatti, essere gli esami istologici che saranno effettuati nei prossimi giorni.

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