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'Ti amo Concordato' parte così la nuova campagna ironica dell'Uaar

"Ti amo Concordato" al via nuova campagna dell'Uaar.
10 febbraio 2022 | 13.04
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"Corsie preferenziali, clientelismo, immoralità, fino all'assenza di tutela per le vittime di abusi (tutela riservata invece all'organizzazione famigerata per gli scandali delle violenze ai danni di minori). Tanti sono i mali derivanti dal Concordato, di cui ricorre in questi giorni l’anniversario. Per 'celebrarlo', la nostra associazione ha deciso di metterli in fila: 15 immagini -'mattonelle' le abbiamo chiamate- per 15 privilegi di cui la Chiesa gode nel nostro Paese, che diffonderemo sui nostri canali e invitiamo a condividere". Manuel Bianco, responsabile comunicazione dell’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti (Uaar) e coordinatore della campagna, spiega così le ragioni dell’iniziativa.

"Il titolo è ironico: rimanda a 'Ti amo campionato' di Elio e le storie tese. Nella canzone il gruppo elencava quelle che riteneva storture del campionato, noi invece elenchiamo quelli che per certo sono privilegi di cui la Chiesa cattolica gode (e approfitta) ancora oggi, con il benestare della classe politica. La maggioranza dei cittadini italiani conosce solo l'8x1000, ma la sudditanza dello Stato va ben oltre: la situazione è così grave che o ci si dispera o si cerca di mantenere alto lo spirito. Noi abbiamo scelto la seconda opzione".

Le 15 mattonelle ricordano proprio alcuni degli strumenti con cui, secondo l'Uaar, la Chiesa incide sulla vita del Paese: si va dall’insegnamento della religione cattolica alla presenza dei cappellani ospedalieri e militari (con l’Ordinario militare, che percepisce uno stipendio di 126 mila euro l’anno); dai privilegi in materia di rapporti con l’autorità giudiziaria (per cui per esempio il pubblico ministero deve avvisare il vescovo in caso di intercettazione ambientale se la notizia di reato è a carico di un prete) agli 'angeli custodi', il gruppo di 150 poliziotti che - a spese degli italiani -garantisce la sicurezza del microstato e via di seguito.

"Per avere il polso della gravità della situazione -sottolinea il segretario dell’associazione, Roberto Grendene- basti pensare a un fatto di questi giorni: la promozione del 'brand' Papa Francesco sulla Rai. Non chiamiamo infatti lo show da Fabio Fazio intervista: nessuna domanda scomoda è stata fatta, abbiamo assistito al solito teatrino che conosciamo, solo che stavolta all’altro capo della scrivania c’era il Papa, Capo di uno Stato che non solo costa quasi 7 miliardi di euro l’anno, ma influenza la vita politico-sociale. E lo fa anche in virtù del concordato".

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