Uno studio del CNR-Irpps rivela un aumento significativo dei "lupi solitari" tra i giovani, con conseguenze preoccupanti per il benessere psicologico
Un recente studio condotto dal CNR-Irpps e pubblicato sulla rivista Nature, ha dipinto un quadro allarmante sulla condizione degli adolescenti italiani. La ricerca ha evidenziato un aumento significativo del fenomeno del ritiro sociale, con un numero crescente di giovani che tendono a isolarsi e a limitare le interazioni sociali, richiamando alla mente il fenomeno sociale giapponese degli Hikikomori.
L'analisi dei dati ha permesso di identificare tre profili di adolescenti: i "farfalle sociali", gli "amico-centrici" e i "lupi solitari". È proprio all'interno di quest'ultimo gruppo che si è registrato un aumento preoccupante. Tra il 2019 e il 2022, il numero di adolescenti che non frequentano più i propri amici al di fuori della scuola è quasi raddoppiato, passando dal 5,6% al 9,7%.
"Precedenti studi del nostro gruppo di ricerca avevano già chiarito le cause di alcuni effetti negativi del mutamento delle interazioni sociali accelerato della pandemia da COVID-19, che ha esacerbato la trasposizione delle relazioni umane verso la sfera virtuale", spiega Antonio Tintori, tra gli autori del lavoro assieme a Loredana Cerbara e Giulia Ciancimino del gruppo di ricerca MUSA del Cnr-Irpps. "Si è visto in particolare che l'iperconnessione, ossia la sovraesposizione ai social media, ha un ruolo primario in questo processo corrosivo dell'interazione e dell'identità adolescenziale e successivamente del benessere psicologico individuale. L'iperconnessione è principale responsabile tanto dell'autoisolamento quanto dell'esplosione delle ideazioni suicidarie giovanili. Lo studio mostra che non solo dal 2019 al 2022 sono drasticamente aumentati i giovani che si limitano alla sola frequentazione della scuola nella loro vita, ma anche nel mondo adolescenziale è significativamente diminuita l'abitudine a trascorrere il tempo libero faccia a faccia con gli amici: i "lupi solitari" sono addirittura triplicati in 3 anni, passando dal 15 al 39,4%".
Lo studio ha individuato diversi fattori scatenanti il ritiro sociale:
Iperconnessione: l'eccessivo utilizzo dei social media e la dipendenza da internet possono portare a un isolamento sociale e a una diminuzione delle interazioni faccia a faccia.
Cyberbullismo: essere vittima di cyberbullismo può causare un profondo senso di solitudine e di paura, spingendo i giovani a isolarsi.
Bassa autostima: l'insoddisfazione per il proprio aspetto fisico e le pressioni sociali possono erodere l'autostima e favorire il ritiro sociale.
Difficoltà relazionali: problemi nel relazionarsi con i genitori, gli insegnanti e i coetanei possono rendere difficile per gli adolescenti costruire relazioni significative.
Affrontare il fenomeno del ritiro sociale richiede un approccio multidisciplinare. La prevenzione è fondamentale: promuovere attività educative e sociali che favoriscano lo sviluppo di competenze relazionali fin dalla tenera età può ridurre il rischio di isolamento. L'ambiente scolastico ha un ruolo cruciale: un clima scolastico positivo e supportivo può fare la differenza per gli studenti che si sentono emarginati. Il coinvolgimento delle famiglie è essenziale: i genitori devono essere sostenuti e guidati nell'affrontare le sfide educative legate all'era digitale. Infine, per gli adolescenti che presentano sintomi più gravi, è necessario un intervento terapeutico personalizzato. Il ritiro sociale può avere conseguenze negative a lungo termine sulla salute mentale degli adolescenti, aumentando il rischio di depressione, ansia e disturbi dell'alimentazione. Inoltre, può compromettere lo sviluppo sociale e professionale degli individui.
Illustrazione realizzata con DALL-E