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Parigi 2024, Larissa Iapichino: chi è la migliore italiana del salto in lungo

Figlia degli atleti Fiona May e Gianni Iapichino, è al suo esordio ai Giochi olimpici, dopo aver saltato Tokyo 2020 per un infortunio

Larissa Iapichino (Sipa USA)
Larissa Iapichino (Sipa USA)
08 agosto 2024 | 19.21
LETTURA: 5 minuti

Gli italiani l'hanno vista crescere e le vogliono bene sin da quando, piccolissima, appariva in tv accanto a mamma Fiona May per gli spot di un famoso snack. Oggi Larissa Iapichino è cresciuta e si è guadagnata la stima, oltre che l'affetto, dell'Italia con i suoi risultati sportivi, grazie ai quali punta a diventare la lunghista azzurra migliore di sempre. Quelle di Parigi 2024 sono le sue prime Olimpiadi, che potrebbero regalarle il podio sognato da tempo, in un anno di grandi vittorie.

L'infanzia

Nata a Borgo San Lorenzo (Firenze) il 18 luglio 2002 Larissa Iapichino è 'figlia d'arte': suo padre è l'ex primatista italiano del salto con l'asta Gianni Iapichino mentre sua madre è Fiona May, due titoli mondiali e due medaglie d'argento Olimpiche, una delle più grandi saltatrici in lungo della storia dell'atletica. Persino nel suo nome c'è un'eredità sportiva: i genitori la chiamano Larissa in onore della lunghista Larysa Berežna, amica e avversaria di May. Non stupisce insomma che sin da bambina Iapichino abbia mostrato una passione innata per lo sport. Prima di arrivare al salto in lungo, però, predilige altre discipline: dopo aver provato la danza e il nuoto, è stata ginnasta per otto anni.

Gli inizi nell'atletica

Il primo approccio all'atletica arriva nell'estate del 2015 dopo aver assistito come regalo di compleanno al meeting di Montecarlo insieme alla mamma. Ha 13 anni, il suo primo tecnico a Calenzano è Enrico Mancini nella velocità e poi sugli ostacoli. Nel 2016 Larissa Iapichino si aggiudica il tricolore cadette dei 300hs confermandosi nell’edizione successiva. Nel 2018 il primo acuto nel lungo con il 6.36 della migliore prestazione nazionale under 20 al coperto e il 6.38 della stagione estiva.

Il decollo nel 2019 ai tricolori di Agropoli con un volo a 6.64 l’ha resa primatista italiana tra le allieve e anche tra le juniores battendo il record di Maria Chiara Baccini (6.55) che resisteva dal 1998. Ha conquistato l’oro, già vinto dalla mamma nel 1987 a Birmingham con la maglia della Gran Bretagna, agli Europei under 20 di Borås dove ha sconfitto avversarie più grandi anche di due anni.

Il primato e l'infortunio

Nel 2020 decide di mollare il resto e dedicarsi soltanto al salto in lungo con il tecnico Gianni Cecconi. Al meeting di Savona atterra a 6.80: è la seconda italiana di sempre. Nel 2021 cresce ancora con il clamoroso 6.91 ad Ancona, primato mondiale under 20 indoor, eguagliando il record nazionale assoluto al coperto di Fiona May. Poi un infortunio la ferma sul più bello, impedendole di volare a Tokyo 2020 e partecipare alle Olimpiadi. "È stata una grandissima delusione", racconta al sito del comitato olimpico.

L'infortunio però la fa rallentare ed elaborare i risultati ottenuti fino a quel momento. "Avevo quasi 19 anni, ero una bambina molto ingenua e un risultato così grosso come il 6.91 probabilmente non sono riuscita a gestirlo bene, perché è stato qualcosa che mi ha travolto totalmente, mi ha sconvolto la vita per intero", ricorda. Quella pausa obbligata le permette di guardarsi dentro e ritrovare un equilibrio interiore, in cui accettare punti di forza, ma anche fragilità. "Sono veramente molto contenta di aver creato questa mia serenità e questa fiducia in me stessa e nel lavoro, perché mi permettono di affrontare le gare in maniera diversa rispetto agli ultimi due anni. Lo devo anche - ammette al periodo difficile che ho passato. Più che un periodo negativo, lo vedo come un periodo che non è andato come volevo. Ci sono state delle delusioni, però sicuramente mi hanno fatto fare esperienza e mi hanno fatto crescere. Sono sicura che momenti così servono sempre e servono anche a godersi i momenti belli, quando arrivano, ancora più a pieno".

La guida del padre Gianni

Il cambiamento la porta anche a decidere di farsi allenare, a partire da giugno 2021, da suo padre Gianni che già che in passato aveva portato sua mamma sul tetto del mondo. "Ho sempre visto mio padre un po' come un saggio. Dal punto di vista tecnico abbiamo fatto un lavorone negli ultimi due anni, abbiamo costruito tantissimo e alla fine vien da sé che bisogna avere anche pazienza quando si va a costruire qualcosa", ammette. "All'inizio ero un po' impaziente, - spiega - poi mi sono resa conto che piano piano ho iniziato a vedere i frutti del lavoro. Sono molto contenta di essermi sbagliata e di aver seguito il consiglio di mio padre di avere fiducia in quello che si fa. Se realmente credi in un percorso, devi avere fiducia in quello che fai".

Nel 2023 arriva il primato italiano al coperto di 6.97 dopo averlo di nuovo pareggiato per la medaglia d’argento agli Europei indoor di Istanbul. Vince poi tre tappe della Diamond League: Golden Gala a Firenze, Stoccolma e Montecarlo, arrivando a 6.95 dopo aver conquistato il titolo europeo U23 a Espoo con 6.93. Agli Europei di Roma 2024 si è messa al collo l’argento con 6.94 all’ultimo salto prima di un altro successo in Diamond League a Parigi.

L'esempio della madre Fiona May

Per Iapichino la madre Fiona May è "il mio idolo e una delle più grandi campionesse che abbiamo mai avuto nella nostra atletica", ma anche un grande supporto. "Lei - dice - ha questa dote di saper dire la cosa giusta al momento giusto, perché mi conosce, sa come sono fatta. Ha sempre saputo portarmi degli esempi del suo vissuto, del suo trascorso, che mi hanno aiutato anche a capire che non ero sola, che non era una cosa che è successa e succedeva solo a me, ma che c'erano passate comunque grandi campionesse come lei".

Le passioni e gli studi

Diplomata al liceo scientifico a Firenze, studia giurisprudenza e nel tempo libero si diverte a scrivere. Già modella per RED Valentino e protagonista di copertina di riviste iconiche come Vogue e WWD, è appassionata di moda. "È sicuramente un mondo che mi affascina, - dice - è un mondo tutto da scoprire e sicuramente è un modo anche per veicolare le proprie emozioni, gli stati d'animo. Gli stilisti li vedo un po' come degli artisti moderni che al posto di dipingere delle tele creano dei vestiti che alla fine trasmettono qualcosa."

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