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Da Totti a Balotelli, psicologo sport: "Ritorno è riscatto e iniezione di autostima"

Bussotti: "Si intrecciano dinamiche maschili legate alla rappresentazione di sé, sentirsi ancora vincenti o competitivi, uomini compiuti"

Francesco Totti - (Fotogramma)
Francesco Totti - (Fotogramma)
31 ottobre 2024 | 14.06
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Le storie di Mario Balotelli e Francesco Totti tornano a intrecciarsi dopo il famoso 'calcione' che l'ex 10 della Roma diede all'attaccante dell'Inter nel 2010 durante Roma-Inter. Questa volta però i due condividono un ritorno, per Balotelli al Genoa, per Totti non si sa ancora in che squadra della Serie A. "La considerazione economica, contrattuale o di visibilità mediatica la lasciamo ad altri, ma i due campioni condividono oggi una logica del riscatto: il primo rispetto a una carriera che non è andata come le aspettative avevano fatto pensare, quel marchio da 'bad boy' uscito dal giro dei campionati che contano; Totti, che non deve dimostrare nulla dal punto di vista sportivo, si vede passare davanti una opportunità - imprevedibile a 48 anni - che rilancia la rappresentazione di sé. Sentirsi ancora vincenti, competitivi, una fiamma che non si spegne e una iniezione di autostima potente". Lo spiega all'Adnkronos Salute lo psicologo Pietro Bussotti, coordinatore di Psicologia dello sport dell'Ordine degli psicologi dell'Umbria.

"Sono campioni che sono stati una vita intera sul campo da calcio - sottolinea Bussotti - Per loro c'è un elemento identificativo fondamentale nel tornare a giocare ovvero riscoprire, anzi alimentare, una parte di te che volente o nolente avevi finito per accantonare. C'è in questo atteggiamento una profonda 'cura' identitaria, non nel senso sanitario", ma come "prendersi cura di una parte di sé trascurata e penso soprattutto per Totti - dopo le note vicende familiari - perché Balotelli è comunque un calciatore ancora in attività. Per l'ex 10 della Roma potrebbe esserci anche la voglia di essere mentore e guida per i più giovani, restituendo al mondo del calcio - che hai visto cambiare - le conoscenze e i valori che tu reputi importanti".

Perché della generazione di campioni che poi hanno vinto la Coppa del mondo nel 2006, Totti è l'unico che ha pensato, anzi annunciato un possibile ritorno in campo, mentre altri di quella squadra sono 'in campo' ma da allenatori (Gattuso, Nesta, Gilardino e De Rossi)? "Nella vita possono accadere delle opportunità imprevedibili - risponde lo psicologo dello sport - Qualcuno ha parlato del Como che ha pensato a Totti, una società che sta lavorando su una comunicazione diversa nel calcio italiano con un progetto internazionale e ambizioso. Il progetto potrebbe aver sedotto il campione. Ma - conclude l'esperto - la considerazione da fare è anche rispetto al pubblico che su questi rientri è molto 'stuzzicato' e ha voglia di vedere come andrà a finire".

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