'A Complete Unknown' arriva il 23 gennaio nelle sale con la regia di James Mangold
Occhiali scuri e capelli ricci. Chitarra e sigaretta che gli annebbia il volto. Da quel fumo una voce, che ha interpretato brani che hanno segnato intere generazioni. E continuano a farlo. E quella voce è di Bob Dylan, un'icona della musica mondiale e di stile - che non segue tendenze e stagioni - lontano dalle luci dei riflettori, come racconta 'A Complete Unknown': il biopic di James Mangold su Robert Allen Zimmerman, in arte Bob Dylan, interpretato dalla giovane star Timothée Chalamet, in arrivo il 23 gennaio nelle sale con The Walt Disney Company Italia. "Il lavoro è stato lungo, oltre cinque anni e mezzo, ma sento che ancora non è finito". Ma intanto è arrivata la benedizione di Dylan: "Timmy è un attore brillante, sono sicuro che sarà completamente credibile nella mia parte. O nella parte di un me più giovane. O di qualche altra versione di me", ha scritto l'artista sul suo profilo X. "Ricevere una pacca sulla spalla da una leggenda di poche parole come lui non solo è rassicurante ma è un sogno che si avvera, anzi va al di là dei miei sogni più sfrenati", commenta Timothée.
Prodotto da Searchlight Pictures, il film è ambientato nella New York dei primi Anni 60. Sullo sfondo di una vibrante scena musicale e di tumultuosi sconvolgimenti culturali, un enigmatico diciannovenne del Minnesota arriva nel West Village con la sua chitarra e un talento rivoluzionario, destinato a cambiare il corso della musica americana. Mentre stringe i suoi legami più profondi durante l’ascesa verso la fama, cresce la sua irrequietezza nei confronti del movimento folk e, rifiutando di essere etichettato, compie una scelta controversa che risuona culturalmente in tutto il mondo.
"Ogni capitolo della vita di Bob Dylan è interessante, è una cosa incredibile", spiega Chalamet. "Si potrebbe fare un film su ogni periodo del suo percorso. Se mi proponessero di interpretarlo ogni 10 anni attraverso un biopic dedicato a ogni momento della sua vita lo farei assolutamente", ammette l'attore, che durante il Covid ha vissuto con il timore che il film non vedesse la luce: "il film è stato rimandato per molto tempo, prima la pandemia e poi per lo sciopero degli attori. Ora mi sento sollevato", ricorda il protagonista.
Nel film un 'tocco' del vero Bob Dylan: "Ci ha raccontato come ha vissuto dal punto di vista emotivo certi momenti della sua vita", per esempio "ha sempre desiderato far parte di una band" e "il passaggio dalla musica folk al rock'n'roll, che ha creato in lui una spaccatura. Si sentiva solo e frustrato nella sua vita da cantante folk ,da solo sul palcoscenico", racconta il regista Mangold, che sottolinea come questi spunti da Dylan sulla sua emotività lo abbiano illuminato.
Nel cast anche Monica Barbaro, che interpreta l'altra icona del folk Joan Baez. Anche lei come Chalamet ha dovuto imparare a cantare e suonare: "Joan Baez non mi ha dato dei veri e propri consigli. Le ho fatto delle domande su cose a cui non ero riuscita a trovare una risposta da ciò che avevo letto e nei documentari che avevo visto", racconta l'attrice. Barbaro-Baez ha condiviso il film con Elle Fanning nei panni di un altro amore di Dylan, Sylvie Russo. Una donna, il cui nome è di fantasia su volontà di Dylan: "Non era una persona pubblica e meritava di non essere esposta ai riflettori", spiega Mangold.
Fanning spiega come sia "difficile amare qualcuno che sceglierà sempre la propria arte, ma senza di lei credo che non avrebbe scritto tante canzoni". Nel film "ho scelto di non rappresentarla come una fidanzata gelosa, il suo è un desiderio che non è stato appagato. Quando vede Joan e Bob cantare insieme capisce che non avrà mai quella connessione con lui", conclude.