Il giornalista ha pubblicato 'Il Festival degli Dei': "Un romanzo-favola per celebrare i 75 anni della kermesse". Tony Effe? "Sanremo può essere anche una bellissima lavatrice"
Mentre si avvicina Sanremo 2025, si è già disputata tra le pagine di un romanzo, grazie alla fantasia e alla penna di Marino Bartoletti, la versione paradisiaca del festival di Sanremo, a cui hanno preso parte tutte le leggende della musica italiana che hanno calcato il palco dell'Ariston e che sono passate a miglior vita: da Mia Martini a Domenico Modugno, da Gabriella Ferri a Mino Reitano, da Umberto Bindi a Ivan Graziani, da Lucio Dalla a Rino Gaetano, da Little Tony a Giorgio Gaber, da Milva a Sergio Endrigo, da Giuni Russo a Enzo Jannacci, da Mango a Claudio Villa, da Pierangelo Bertoli a Toto Cutugno. È infatti uscito a fine ottobre, in tempo per diventare uno dei libri-strenna più richiesti di questo Natale, 'Il Festival degli Dei' (edito da Glifi Gallucci). Un volume con cui Bartoletti, prosegue la sua serie di romanzi ambientati nel Luogo, che poi è il Paradiso.
Dopo aver celebrato nel quarto romanzo della serie, 'La Partita degli Dei', i grandi campioni del calcio, il giornalista, che è grandissimo esperto delle kermesse sanremese, si è dedicato ad 'organizzare' un festival in Paradiso. "Questo romanzo è nato per celebrare il 75ennale del Festival di Sanremo, che coincide con l'edizione del 2025. Così mi sono detto: perché non facciamo disputare il più grande festival a tutti i grandi della musica che hanno partecipato a Sanremo in vita?", racconta all'Adnkronos Bartoletti, che a dicembre ha dato alle stampe, sempre con Glifi Gallucci, anche l'edizione aggiornata dell'Almanacco del Festival di Sanremo, con la prefazione di Carlo Conti.
Il festival paradisiaco è "una gara vera e propria, con una giuria, con un direttore d'orchestra che è Ennio Morricone, con un presentatore che è Mike Bongiorno e naturalmente alla fine si proclama un vincitore, che non vi anticipo", sorride Bartoletti. "È un romanzo che nasce dal mio amore per la musica e per Sanremo in particolare. Qui lo declino come una favola mentre nell'Almanacco troverete l'enciclopedia di Sanremo, che era uscita in una prima versione per i 70 anni del festival e che non potevo non aggiornare in occasione dei 75 anni", aggiunge l'autore.
Bartoletti racconta il suo Sanremo in paradiso ma da frequentatore assiduo della kermesse ("quest'anno sono al 35esimo festival") non nasconde che il festival ha un'aneddotica a tratti anche infernale: "Ne ho viste tante - dice - ma propendo per l'indulgenza. Tutti i cantanti passati al festival hanno dato per lo meno un minimo di gioia a chi li ha ascoltati. Delle oltre 2000 canzoni cantate al festival, alcune non erano esattamente dei capolavori. Però vogliamo dire che almeno 100-150 capolavori della storia della musica sono partiti proprio da Sanremo? E vogliamo riconoscere che, a parte De Andrè e Guccini, tutta la storia della musica italiana è passata da Sanremo? Perché poi, chi non c'è stato in gara, c'è stato come autore o come ospite! Quindi alla fine è inutile far finta di avere la puzza sotto il naso: il festival siamo noi. Il festival può piacere o non piacere ma è comunque uno specchio di questo Paese, a cui non ci possiamo sottrarre. Il festival ha riflettuto l'Italia in tutto quello che è stata: nei suoi slanci in avanti, nella sua voglia di cantare, nel suo talento e anche nelle sue tragedie. Perché il festival, bisogna ammetterlo, per qualcuno è stato decisamente infernale. Alla fine però credo prevalga il piacere e quindi il Paradiso".
Passando dall'alto dei cieli al Sanremo 2025, Bartoletti si dice "molto contento, da fruitore e da critico, che sia stato affidato a Carlo Conti: è un'edizione molto attesa da tanti punti di vista e ci voleva un direttore artistico e conduttore di grande esperienza come lo è Carlo. Erano circolati nomi di personaggi decisamente inesperti che guardavo con raccapriccio. Dopo le edizioni di Amadeus che ha portato il festival a livelli record, anche attraverso passaggi davvero infernali come l'edizione del Covid senza pubblico in sala, ci voleva qualcuno dalle spalle larghe come Conti a raccoglierne il testimone. Credo sia la persona giusta ed ha già presentato un cast molto importante, forse un po' bulimico - con 30 Big - ma in grado di stuzzicare tutti i palati", sottolinea Bartoletti.
Che sulle ultime polemiche intorno alla partecipazione di Tony Effe (qualcuno ha chiesto che sia escluso dal festival come accaduto per il concerto di Capodanno organizzato al Circo Massimo dal Comune di Roma, ndr.) conclude: "Sanremo può essere anche una bellissima lavatrice. E quindi un'occasione di redenzione per chi finora non si è proposto con tutta la responsabilità che deve avere un artista". (di Antonella Nesi)