Turismo sanitario, burocrazia più snella per accedere ai finanziamenti comunitari, tassazione unificata agli altri paesi europei e soprattutto un'adeguata promozione. Il termalismo italiano può tornare ad essere competitivo ma occorre adottare subito misure concrete affinché le imprese possano operare in un contesto più agevole.
La sfida è stata lanciata da Federterme durante il convegno “Il termalismo del Lazio alle terme Vescine: il rilancio possibile” svoltosi alle Terme Vescine di Suio di Castelforte, in provincia di Latina, e organizzato in occasione dei 100 anni dell'organizzazione socia di Confindustria che si occupa delle industrie termali, delle acque minerali e del benessere termale.
“Alcuni paesi entrati di recente nell'Unione europea hanno fatto incetta di finanziamenti comunitari grazie alla snellezza della burocrazia. In Italia le cose sono più complicate” ha affermato il presidente di Federterme, Costanzo Jannotti Pecci, durante il meeting.
“Questi paesi -ha aggiunto – hanno rinnovato un'antica tradizione termale che era ferma a settanta anni fa. In Italia e nel nostro Sud la situazione è più complessa e farraginosa. Pertanto, chiediamo di poter competere con gli stessi strumenti, altrimenti il divario competitivo con questi paesi si consolida. Bisogna mettere le istituzioni italiane in condizioni di gestire con forme più agili le procedure per i fondi europei. In alcuni casi, dal momento in cui si chiede accesso alle provvidenze a quello in cui vengono concesse, passano anche 4 o 5 anni”.
Il presidente di Federterme ha quindi ricordato le opportunità legate al turismo sanitario oggetto di un emendamento alla legge quadro voluto proprio da Federterme: “Un'integrazione che abbiamo proposto in sede di audizione e che è stata approvata. Quindi nella prossima legge delega sul turismo ci dovrebbe essere il turismo sanitario e termale. Poi dovremo ottenere che, come previsto già dalla legge di settore, l'Enit promuova il sistema termale italiano”. “Dobbiamo recuperare quelle quote che abbiamo perduto soprattutto con l'apertura ad Est del mercato del termalismo” ha concluso Jannotti Pecci.
Durante il confronto alle Terme Vescine, è stato posto l'accento anche sul divario di tassazione tra gli stati europei considerato un elemento penalizzante per le imprese italiane, come evidenziato dal parlamentare europeo Matteo Adinolfi che ha ribadito, inoltre, la necessità di potenziare le infrastrutture viarie anche attraverso i fondi comunitari.
Sui fondi regionali, invece, si sono soffermati Giuseppe Simeone ed Eleonora Mattia, rispettivamente presidente delle Commissioni Sanità e Lavoro al Consiglio della Regione Lazio. E' stato annunciato un tavolo sul termalismo per valutare le somme da destinare al comparto, al quale secondo Simeone il Piano regionale del turismo non ha attribuito la dovuta importanza.
Al convegno di Suio, introdotto dal saluto del sindaco di Castelforte Giancarlo Cardillo, sono intervenuti anche il direttore di Federterme Aurelio Crudeli, Nicola Quirino docente di Economia sanitaria alla Luiss Guido Carli che ha illustrato il rapporto sul settore termale, Paolo Migliorato amministratore Terme Vescine di Suio, Claudia Pompeo dirigente Terme Pompeo di Ferentino, Giampiero Paris dirigente Acqua & Terme Fiuggi e Stefano Terranova direttore Acqua Albule Terme di Roma.