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Per difetto istruttoria della Asl
Il Tar del Lazio, Sezione Terza quater, con la sentenza n.12862, depositata oggi, ha accolto il ricorso della 'Sfattoria degli Ultimi', annullando l'ordine dell'Asl Rm1 di abbattimento dei suini e cinghiali, adottato l'8 agosto scorso dall'Asl ai fini di controllo e prevenzione dell'epidemia di peste suina africana.
Nella sentenza si legge che l'ordine di abbattimento dei suini è stato ritenuto illegittimo in quanto la Asl avrebbe dovuto previamente valutare la possibilità di riconoscere alla struttura una deroga (all'abbattimento) giustificata dal fatto che essa è destinata concretamente a "rifugio per animali in difficoltà", considerando anche il possibile "elevato valore culturale o educativo ai sensi dell'articolo 13 del regolamento delegato UE 2020/687". Il parere del Ministero della Salute - Commissario straordinario per la peste suina, pervenuto successivamente alla notifica dell'ordine di abbattimento, contrario al riconoscimento della deroga, ad avviso del Tar "non è supportato da un'adeguata istruttoria e non è correttamente motivato".
L'Asl, pertanto, dovrà riesaminare la situazione, dopo avere effettuato gli approfondimenti ritenuti necessari dal TAR, come si legge nella sentenza.
IL LEGALE DELLA SFATTORIA - "Siamo felici di questo risultato. La sentenza dimostra, pur riconoscendo la complessità delle norme, che la Asl ha assunto un provvedimento abnorme senza svolgere adeguata istruttoria" ha detto l'avvocato della Sfattoria degli Ultimi Angelita Caruocciolo. "Questo risultato è, però, solo la prima pietra che la ricorrente intende porre, perché le norme in tema di gestione della peste suina siano correttamente applicate dalle autorità amministrative italiane. Ed io concordo pienamente, poiché gli ultimi eventi stanno dimostrando un accanimento ed un'attività anch’essa illegittima nei confronti dei cinghiali urbanizzati. L'impegno in questo procedimento giudiziario è stato notevole, ma la soddisfazione è grande perché abbiamo dimostrato che, anche nei casi di rischi della salute, non sempre le amministrazioni agiscono correttamente. Vi richiamiamo tutti perché questa è la prima vittoria di una battaglia che vinceremo tutti insieme. Quindi l'attenzione da parte della collettività deve rimanere alta. Questa sentenza dimostra che è possibile applicare la legge in modo efficace e alto, rispettoso di ogni forma di vita", conclude il legale.
LE ASSOCIAZIONI - "È una sentenza di grande rilevanza, costituzionale ed europea, che dovrebbe indurre le amministrazioni pubbliche a considerare con la dovuta attenzione i provvedimenti che riguardano gli animali" dice l'avvocato Giuseppe Calamo, dello Studio Curtis Mallet Prevost Colt & Mosle LL, che ha seguito il ricorso ad adiuvandum presentato da Enpa, Leal, Leidaa, Lndc, Oipa, e Tda, commentando la sentenza di 49 pagine, pubblicata oggi, che annulla l'ordine di abbattimento dei circa 140 suini, ospitati nella struttura alle porte di Roma, "in quanto illegittimo per contraddittorietà, difetto di istruttoria e difetto di motivazione". Lo stesso vale, precisa il Collegio, per il parere del Ministero della Salute e del Commissario straordinario alla peste suina africana. Calamo, che rappresenta le associazioni nella controversia tra l'Asl Roma 1 e la titolare della Sfattoria degli Ultimi, sottolinea due aspetti della decisione. "Innanzitutto", osserva, "è stato considerato illegittimo un ordine di abbattimento indiscriminato, perché l’autorità competente avrebbe dovuto previamente valutare la possibilità di riconoscere alla struttura una deroga giustificata dal fatto di essere 'rifugio per animali in difficoltà', tenendo anche conto dell'elevato valore culturale o educativo" di cui parla l'articolo 13 del regolamento delegato UE 2020/687. L'altro aspetto, ancora più importante, è la considerazione riservata, nel modo più forte finora espresso, al dettato del nuovo art. 9 della Costituzione, che tutela l'ambiente e gli animali, e si affianca alle disposizioni dell'art.13 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea. Attraverso l'attività di salvataggio e cura degli animali in difficoltà, la Sfattoria educa al valore del rispetto verso gli animali stessi, ora formalmente riconosciuto anche dalla Carta fondamentale".
BRAMBILLA - "Per me è una doppia vittoria. Non solo perché la Lega italiana per la Difesa degli animali e dell'Ambiente, che mi onoro di presiedere, ha contribuito a salvare questi animali, ma anche perché, nel modo più forte ed esplicito espresso finora da un collegio giudicante, ha pesato il riconoscimento formale della tutela degli animali tra i principi fondamentali del nostro ordinamento nel nuovo articolo 9 della Costituzione" dice Michela Vittoria Brambilla (FI). "Per tre legislature mi sono battuta per questa riforma, finché nel febbraio scorso, grazie al prezioso lavoro dell'Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali di cui sono presidente, siamo riusciti a far approvare questa norma di grande civiltà giuridica che riflette un profondo cambiamento valoriale e inizia ora a produrre i suoi effetti. Festeggio una doppia vittoria: degli animali e della Costituzione".