
"I rischi di una mancata diagnosi, soprattutto per le donne, sono correlati a un sanguinamento massivo o cronico”. Pertanto, porta con sé “tutti i rischi connessi a una eventuale anemizzazione e al trascurare la possibilità che una malattia emorragica congenita sottenda il sanguinamento. Ci vuole in primis una consapevolezza da parte della donna paziente ma anche da parte del professionista medico che non deve trascurare alcun sintomo”. Lo ha detto Elvira Grandone, professore associato dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, università degli Studi di Foggia e responsabile unità Emostasi e Trombosi Irccs Casa Sollievo della Sofferenza, in occasione del convegno “Le MEC malattie emorragiche congenite nelle donne: una condizione di rarità e fragilità. Diagnosi e terapie”, promosso nella XXI Giornata mondiale dell'emofilia che si celebra in tutto il mondo il 17 aprile.