
Per l’edizione 2025 del Salone del Mobile.Milano, il premio Oscar Paolo Sorrentino firma un’installazione dedicata a un sentimento universale: l’attesa, un viaggio che stordisce e ipnotizza. L’opera, intitolata ‘La dolce attesa’, rappresenta uno spazio atemporale, un ponte invisibile tra presente e futuro, in cui il desiderio si intreccia con il timore di incontrare il destino. Un vuoto da riempire o un’opportunità da accogliere. Perché, come afferma il regista, “l’attesa è angoscia. La dolce attesa è un viaggio. Che stordisce e ipnotizza”.
E’ una terra di mezzo dove tutto è ancora possibile, dove tutto può, o potrebbe, essere più dolce. Fedele allo sguardo visionario di Sorrentino, ‘La dolce attesa’, allestita all’ingresso dei padiglioni 22-24, si annuncia come una metafora dell’esistenza; offrirà l’opportunità di fermarsi ad ascoltare il proprio respiro per ritrovare la bellezza nel tempo che scorre lento, insegnandoci il valore della pazienza. Una metafora del vivere, in cui tutto è sospeso ma, ancora paradossalmente, tutto accade. “Tra le peggiori sventure della vita -confida Sorrentino- c’è l’attesa. Parliamo dell’attesa di un referto, di un responso medico. Quando si attende il nostro destino, non si riesce a far altro che attendere. Quando il nostro futuro dipende da un medico, da un laboratorio, ecco che rimaniamo appesi. E angosciati. Forse, allora, dovremmo ripensare l’attesa. Così, forse, aspettare può diventare meno penoso. Perché diventa altro. La nostra sala d’attesa vuole essere un’altra cosa. Non ti costringe a star fermo, ma ti lascia andare. Un piccolo viaggio, come da bambini, su giostre rassicuranti”.