"Studi indicano che somministrazioni molto ravvicinate potrebbero essere negative per il sistema immunitario"
Somministrare una quarta dose di vaccino anti-Covid ai pazienti immunodepressi "può avere una sua logica". Ma "non vorrei che poi si tendesse a estendere ad altre categorie" questo approccio, per il cui esame è prevista nei prossimi giorni una riunione della Commissione tecnico scientifica dell'Agenzia italiana del farmaco Aifa. Così all'Adnkronos Salute Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano.
Su una quarta dose alla popolazione generale, dunque, l'esperta ribadisce le sue perplessità: "Non è mai stato seguito uno schema di somministrazione di vaccini cosi ravvicinata", osserva. "Peraltro - ricorda, sottolineando quanto evidenziato da più parti - ci sono studi che dimostrano che una quarta dose potrebbe addirittura negativa per il nostro sistema immunologico".
In Italia prosegue la discesa dei nuovi casi giornalieri di Covid-19, ma il numero di decessi continua a restare alto. Perché? "I morti caleranno quando impareremo a contarli", risponde laconica Gismondo, che più volte ha puntato il dito contro "l'errata codificazione dei decessi Covid, evidenziata peraltro da molti". Vale a dire il conteggio, nel bilancio delle vittime - rimarcano diversi esperti - non solo dei pazienti che muoiono 'per Covid', ma anche di quelli 'con Covid' che perdono la vita per patologie diverse dall'infezione da coronavirus.
Mentre ci si continua a domandare se i decessi Covid-19 arriveranno mai a zero, e se sì quando, Gismondo avverte su un possibile 'effetto paradosso', se il conteggio non cambierà: "La diffusione endemica attuale" dell'infezione da Sars-CoV-2, il più delle volte "anche asintomatica - ragiona l'esperta - porterà" ancora di più "a ricoverati per altre patologie, e a deceduti, che essendo risultati positivi a Sars-CoV-2 verranno conteggiati come morti Covid".