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Famiglia, l'ex presidente della Consulta Mirabelli: "Ai figli solo il cognome della madre? Incostituzionale"

"Ddl Franceschini non arriverà in Aula, introduce una diseguaglianza"

Famiglia, l'ex presidente della Consulta Mirabelli:
25 marzo 2025 | 17.46
LETTURA: 2 minuti

Il Ddl Franceschini, proposto dal parlamentare Pd per dare ai figli solo il cognome della madre, "capovolge la situazione che esisteva prima" della sentenza 131 della Corte costituzionale, quando il Codice civile prevedeva che fosse attribuito ai figli il cognome paterno anziché quello materno. "E pertanto il ddl si presta alle stesse censure di illegittimità che riguardavano l'obbligo di trasmettere ai figli solo il cognome paterno" e che sono state sancite dalla Consulta nella sentenza di cui era relatrice redattrice la Giudice Emanuela Navarretta. Lo dice all'Adnkronos Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte costituzionale, che non ha dubbi: "Il ddl Franceschini sarà criticabile ed impugnabile per illegittimità costituzionale se mai dovesse arrivare al traguardo. Ma io credo che probabilmente già nell'iter legislativo dopo che la Commissione Affari costituzionali ne valuterà la costituzionalità in chiave politica, il ddl sarà bloccato. Non arriverà in Aula".

Secondo il presidente emerito, "una diseguaglianza non si sana capovolgendola e introducendone un'altra". "Questo è un ddl più dimostrativo che tendente ad arrivare al traguardo". Dimostrativo in che senso? "Nel senso di una esigenza a dare spazio alla eguaglianza tra uomo e donna anche stimolando un costume diverso". Ma la Corte ha spiegato che il cognome "collega l’individuo alla formazione sociale che lo accoglie tramite lo status filiationis", "si radica nella sua identità familiare" e perciò deve "rispecchiare e rispettare l’eguaglianza e la pari dignità dei genitori". Lo stesso, eventuale, accordo fra i genitori per attribuire un solo cognome presuppone quindi una regola che ripristini la parità, poiché senza eguaglianza mancano le condizioni per un autentico accordo.

La sentenza 131 della Corte costituzionale dichiarava l'illegittimità costituzionale dell'articolo 262 primo comma del Codice civile "nella parte in cui prevede, con riguardo all’ipotesi del riconoscimento effettuato contemporaneamente da entrambi i genitori, che il figlio assume il cognome del padre, anziché prevedere che il figlio assume i cognomi dei genitori, nell’ordine dai medesimi concordato, fatto salvo l’accordo, al momento del riconoscimento, per attribuire il cognome di uno di loro soltanto". (di Roberta Lanzara)

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