"In ogni stato, si fanno cose sporchissime, anche trattando con i torturatori, per la sicurezza nazionale". Pd e M5S all'attacco, il giornalista replica
E' polemica per l'intervento di Bruno Vespa nel corso della puntata di ieri a Cinque Minuti sul caso Almasri. "In ogni stato, si fanno cose sporchissime, anche trattando con i torturatori, per la sicurezza nazionale. Questo avviene in tutti gli stati del mondo", ha detto Vespa nella striscia quotidiana su Raiuno. Le sue parole hanno acceso un dibattito rovente.
"Leggo di attacchi scomposti di seconde file del Pd a Bruno Vespa in merito all’azione del governo nel passato. Vespa ha detto la verità e se vorrà potrò raccontare nel suo studio, come ho già fatto in parlamento, le opportune iniziative che sono state assunte da vari governi per la sicurezza del paese", dichiara il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri.
"In Italia e all’estero. Io stesso ho avuto diretta esperienza di varie vicende certamente utili. Ed ho partecipato ad iniziative parlamentari ufficiali anche all’estero. Sono in grado di mortificare ogni bugiardo che neghi la giusta continuità delle politiche estere e di sicurezza dei governi italiani. Alcuni esponenti minori del Pd sono patetici. Si scusino anche con giornalisti che dicono la semplice verità".
"L'arringa di Bruno Vespa sugli Stati che fanno cose sporchissime per la sicurezza nazionale non può essere il tratto che identifica l'approfondimento giornalistico di Rai1. Cosi non è informazione ma propaganda che sa di regime", così in una nota l'esecutivo Usigrai, Unione sindacale dei giornalisti Rai. "Dalla Rai e dalle Redazione di Tg, Gr e Programmi deve arrivare ai cittadini una informazione completa e chiara sulle modalità e le responsabilità che ruotano intorno ai fatti. Le chiose di Vespa - continua la nota - o i servizi che mettono in relazione fatti diversi non spiegano cosa sia accaduto, ma alimentano solo speculazioni che non fanno bene all'informazione di servizio pubblico e alla Rai".
Gli esponenti M5S in commissione di vigilanza Rai hanno dichiarato: "Ieri sera, nel suo programma su Rai1, Bruno Vespa ha superato ogni limite. In questi anni la Rai ci ha abituato a giornalisti di sinistra che appassionatamente hanno sempre difeso la loro parte politica. E quindi nulla di strano se la stessa cosa la fanno giornalisti di destra ora che strizzano l’occhio al potere, che dosano le domande per non disturbare troppo il manovratore. Il tema non è che prima c'erano quelli di sinistra a proteggere i governi di sinistra e ora che Vespa fa più o meno lo stesso con un governo di destra dobbiamo urlare allo scandalo. Il punto è che per noi quel modo di gestire il Servizio pubblico era sbagliato ieri come lo è oggi. Ma nel caso di Vespa c'è di più, perché conduce uno spazio dopo il Tg1 dove sono necessari massima prudenza ed equilibrio. Esattamente quello che ieri sera è mancato, visto che Vespa è stato il megafono più acceso del governo Meloni".
"Con uno zelo che neanche i ministri in carica riescono più a mostrare senza imbarazzo - spiegano ancora -, Vespa ha guardato dritto in camera, puntato gli indici come un tribuno e sentenziato che i Paesi trattano anche con i torturatori. Questa non è informazione. È giustificazione. È propaganda. È un conduttore che, dal suo scranno di arbitro, difende l’indifendibile e normalizza l’inaccettabile. Un giornalista - pardon: un artista della Rai -, pagato con i soldi dei cittadini, non può mettersi a fare il difensore d’ufficio di un governo, tanto più in uno spazio seguitissimo come quello che segue il Tg1".
"Quegli spettatori meritano una informazione la più imparziale possibile venendo subito dopo il principale Tg della Rai. Rispetto, non comizietti. Chiederemo conto ai vertici Rai in commissione di Vigilanza. Perché il Servizio pubblico deve essere di tutti, non la cassa di risonanza della propaganda meloniana. E a questo punto, un consiglio a Bruno Vespa: se proprio ci tiene così tanto a sostenere il governo, faccia il passo definitivo. Si candidi con Fratelli d'Italia. Almeno avremo finalmente chiarezza", concludono i pentastellati.
Sandro Ruotolo, responsabile Informazione nella segreteria nazionale del Pd, ha dettoi invcece: "‘Si fanno cose sporchissime per la sicurezza nazionale'. Commentando così il caso Almasri, ieri sera Bruno Vespa nei suoi 5 minuti ha superato se stesso. Altro che terza Camera, e’ diventato il portavoce ufficiale di Palazzo Chigi".
Bruno Vespa ha ribattuto a Sandro Ruotolo, responsabile Informazione della Segreteria Pd, che aveva criticato il giornalista: "L'onorevole Ruotolo chieda chiarimenti sulle ‘cose sporchissime’ che fanno governi d’ogni colore e latitudine, a Marco Minniti e Nicola Latorre che per conto del Pd si sono occupati al più alto livello della sicurezza nazionale. Sul genarale Almasri i governi Renzi e Gentiloni sanno certamente qualcosa".
A prendere le difese del giornalista il sindacato Unirai, liberi giornalisti Rai: "Non c’è solo una parte consistente della magistratura ad essere politicizzata, ma anche una nicchia della categoria dei giornalisti. Nulla di nuovo. Si evidenzia però in questo momento storico una quotidiana insofferenza verso qualsiasi forma di pluralismo delle opinioni e si grida addirittura al regime. Dimostrando così di aver perso oltre al contatto con la realtà anche il senso e la misura delle parole". "Bruno Vespa ha espresso liberamente il suo pensiero, in sintonia con buona parte del pubblico della Rai che mai come in questo momento ha la possibilità di usufruire di un’offerta ricca e plurale", aggiunge Unirai.