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Andrea Giambruno e la 'transumanza dei migranti': "Ho sbagliato, chiedo scusa"

Il giornalista, compagno della presidente del Consiglio Giorgia Meloni: "Ho usato un termine inappropriato, non sono razzista"

Andrea Giambruno
Andrea Giambruno
02 ottobre 2023 | 17.19
LETTURA: 3 minuti

Andrea Giambruno, giornalista di Rete4 e compagno della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, si scusa per l'uso del termine "transumanza" in relazione agli spostamenti di migranti. "Durante la puntata di venerdì di Diario del giorno, dedicata al complesso fenomeno dell'immigrazione illegale, ho utilizzato un termine decisamente inappropriato. Me ne scuso, con queste persone, con il pubblico e con l'azienda", dice il giornalista cercando di chiudere la polemica che lo ha visto protagonista dopo che, nella puntata di 'Diario del giorno' andata in onda lo scorso 29 settembre su Rete 4.

La gaffe è stata ampiamente presa di mira sui social, con meme e sfottò. "Durante una diretta si utilizzano migliaia di parole e può capitare a tutti, umanamente, di sbagliare, ma le accuse di razzismo - dice il conduttore di 'Diario del giorno' - sono lontane anni luce dalle mie idee e dalla mia storia".

Il precedente

Giambruno si è trovato al centro di un'altra polemica alla fine di agosto. Durante una puntata di Diario del Giorno (ospite Pietro Senaldi), in cui si affrontavano alcuni casi di violenza sessuale che hanno scosso l'opinione pubblica come quelli di Palermo e Caivano, Giambruno ha affermato: "Se tu vai a ballare, hai tutto il diritto di ubriacarti - non ci deve essere nessun tipo di fraintendimento dice Senaldi e nessun tipo di inciampo - però se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi, magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche e poi rischi effettivamente che il lupo lo trovi". Parole che hanno scatenato un vespaio.

Il giornalista ha affrontato l'argomento in un'intervista successiva al Corriere della Sera. "Io non ho mai detto 'la ragazza se l’è cercata' o che, se eviti di ubriacarti, 'non ti stuprano': questi virgolettati sono usciti su un giornale e poi dappertutto, ma sono diffamazione pura", ha detto. "Mi sono permesso di dire ai giovani, a ragazzi e ragazze senza distinzioni di genere, di non uscire apposta per ubriacarsi e drogarsi, mi sono raccomandato di fare attenzione perché, purtroppo, il malintenzionato lo trovi. Non ho detto che gli uomini sono legittimati a stuprare le donne ubriache. Invece, certi politici vanno dietro a un titolo falso, chiedono la mia sospensione, ma per cosa? Per aver detto ai ragazzi non vi drogate?".

La risposta di Giorgia Meloni

Il 7 settembre, il tema è stato sottoposto anche alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, interpellata in una conferenza stampa. "Non dico ad Andrea Giambruno cosa deve dire in tv. Penso che Andrea Giambruno abbia detto una cosa diversa da quella che è stata interpretata dai più. In quelle parole non leggo 'se tu giri in minigonna ti possono violentare', leggo una cosa simile a quella che mia madre mi diceva quando uscivo da ragazza: occhi aperti e testa sulle spalle", ha detto la premier.

"Purtroppo gli stupratori esistono, non bisogna abbassare la guardia. Il concetto di rimanere il più possibile presenti a sé stessi e fare del proprio meglio per non mettersi nella condizione di consentire a questi animali di fare quello che vorrebbero fare… Penso che questo sia un consiglio che molti genitori darebbero ai propri figli: occhi aperti e testa sulle spalle, non trovo nessuna giustificazione per chi stupra. Ragazze, state attente: questo ci vedo", la risposta di Meloni alla domanda.

La presidente del Consiglio, quindi, ha aggiunto: "Sono mesi che vengo chiamata in causa qualsiasi cosa dica Andrea Giambruno. Vorrei capire qual è la lettura che voi date del concetto di libertà di stampa. Per come la vedo io, un giornalista non dice in tv quello che pensa la moglie. La mia idea di libertà di stampa è questa: io non vengo chiamata in causa per le cose che un giornalista dice nell’esercizio della sua libera professione e che quel giornalista non viene attaccato nell’esercizio della sua professione perché vuole bene a me. Vi prego, per il futuro, di non chiedermi conto di quello che dichiara un giornalista nella libera espressione del suo operato. Non ritengo di dovergli dire cosa deve dire, non ritengo di poterlo fare perché credo nella libertà di stampa", ha detto ancora Meloni rivolgendosi ai cronisti.

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