Gli Usa e il Regno Unito chiederanno la sospensione della Russia dal Consiglio Onu per i diritti umani. Pentagono: "Non abbiamo ragione di confutare denunce Kiev"
Il presidente americano Joe Biden ha chiesto l'avvio di ''un processo per crimini di guerra'' nei confronti del presidente russo Vladimir Putin in relazione a ''quello che sta accadendo a Bucha'', che è ''scandaloso''. Definendo Putin ''un criminale di guerra'', un uomo ''brutale'', Biden ha aggiunto che ''tutti hanno visto quello che sta accadendo a Bucha''. ''Penso che sia un crimine di guerra'' il massacro di civili nella città ucraina, ha aggiunto Biden, dicendosi intenzionato ad applicare ''ulteriori sanzioni'' alla Russia.
"Ricorderete - ha aggiunto il presidente Usa- che sono stato criticato per aver detto che Putin è un criminale di guerra, ora la verità la vedete in quello che è successo a Bucha: è un criminale di guerra".
"Dobbiamo raccogliere informazioni - ha continuato Biden -, dobbiamo continuare a fornire all'Ucraina le armi necessarie a continuare a combattere e dobbiamo raccogliere tutti gli elementi perché ci possa essere un vero processo di guerra. E' un uomo brutale - ha detto ancora riferito a Putin - e quello che è successo a Bucha è oltraggioso e tutti lo hanno visto". Alla domanda se ritiene che si tratti di un genocidio, Biden ha risposto: "No sono crimini di guerra", sottolineando ancora che intende "chiedere nuove sanzioni" che presto saranno annunciate.
"Il Pentagono non può in modo indipendente confermare" le denunce ucraine riguardo alle atrocità commesse dai russi a Bucha, ma non ha ragione di contestarne la veridicità, ha quindi riferito un alto funzionario della Difesa Usa. "Abbiamo visto le stesse immagini che avete visto voi - ha detto -, non abbiamo assolutamente ragione di confutare le denunce ucraine su queste atrocità che sono, ovviamente, profondamente inquietanti".
Intanto, gli Stati Uniti chiederanno che la Russia venga sospesa dal Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani. Ad annunciarlo su Twitter è l'ambasciatrice di Washington presso l'Onu, Linda Thomas-Greenfield, dicendo che ''non possiamo permettere che uno Stato membro che sta sovvertendo ogni principio a cui teniamo possa continuare a partecipare al Consiglio dell'Onu per i diritti umani''.
''La Russia non dovrebbe più far parte di tale organismo, né dovremmo consentire alla Russia di utilizzare il suo seggio nel Consiglio come strumento di propaganda'', permettendole di dire che ''è preoccupata del rispetto dei diritti umani'', ha aggiunto Thomas-Greenfield.
Stessa richiesta anche dal Regno Unito. Lo ha annunciato la ministra degli Esteri britannica Liz Truss in un tweet. "Considerate le forti prove di crimini di guerra, comprese le notizie di fosse comuni e l'atroce massacro a Bucha, la Russia non può continuare ad rimanere membro del Consiglio per i diritti umani dell'Oni - ha scritto Truss - la Russia deve essere sospesa".