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Tv: chi decide governo o governatori? Su Rai3 ‘Titolo V’ si interroga per fare chiarezza

Tv: chi decide governo o governatori? Su Rai3 ‘Titolo V’ si interroga per fare chiarezza
21 ottobre 2020 | 18.02
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Un nuovo programma, ‘Titolo V’, sbarca su Rai3 per aiutare i cittadini a capire chi decide in Italia: il governo centrale o i presidenti delle Regioni? Una riposta che fa concretamente la differenza in tempi di coronavirus, poiché incide sul vivere quotidiano, ma che, secondo la visione del direttore di Rai3, Franco Di Mare, farà la differenza anche nel corso che prenderà la vita politica e sociale italiana, visto che "la riforma del Titolo V è un’anatra zoppa", come il Covid ha dimostrato con conseguenze reali sul diritto alla salute delle persone che i cittadini dovrebbero poter esercitare tutti nello stesso modo.

"In questa emergenza sanitaria – ha evidenziato il direttore oggi nel corso della presentazione del programma condotto da Napoli e da Milano, rispettivamente da Francesca Romana Elisei e Roberto Vicaretti - ogni presidente di regione si è mosso in maniera autonoma sulla chiusura delle scuole, dei locali e persino di quelle che impropriamente chiamiamo frontiere regionali. De Luca, per esempio, ha detto ‘chiudo la Campania’, ma come si fa dire questo? L’articolo 120 della Costituzione vieta espressamente alle regioni di alzare barriera regionale e di impedire il passaggio dei cittadini da una regione all’altra? E allora come ci si muove in una diatriba di questo tipo?".

‘Titolo V’, chiarisce Di Mare, "non è un programma di diritto costituzionale, ma vuol essere vicino alla gente e parlare alla gente". Una affermazione che prende ancora più corpo con Vicarietti: "Diremo agli italiani ‘questa è la legge, ora ve la spieghiamo come si spiega al bar o al supermercato, ma con persone che sanno le cose". E, infatti, oltre agli ospiti che saranno chiamati in causa dall’attualità e dal dibattito quali presidenti di regione, sindaci, leader politici, a Titolo V non mancheranno "figure terze", sottolinea la Elisei, che anticipa la presenza del costituzionalista Francesco Clementi nella prima puntata e non solo. L’intento, quindi, è capire e portare alla luce asimmetrie e conseguenze, ma rifuggendo gli scontri: "Stiamo lontano dalle risse come la peste – scandisce Di Mare – Questa non è una trasmissione urlata. I conduttori faranno certamente tutte le domande che devono fare con decisione, ma garbo e gentilezza non sono acquiescenza o sudditanza. E se dovesse prendere un po’ il sopravvento la veemenza, i conduttori sapranno come fare per tenere sotto controllo la situazione. Sono giovani, ma sono navigati abbastanza".

"La riforma del Titolo V della Costituzione, che oramai ha 20 anni - ha rimarcato Di Mare - doveva servire a contenere le spinte della Lega che voleva l’autonomia fiscale se non addirittura l'autonomia delle regioni. In quel momento fu, quindi, una concessione importante che dava alle regioni l’autonomia nella gestione delle risorse sanitarie che costituiscono per alcune oltre il 70% dei costi da sostenere. Ora con il Covid, ci siamo resi conto che ci sono, infatti, delle regioni che si sono mosse meglio di altre, dando risposte migliori. Questo, però, di fatto ha contribuito a creare 21 sistemi sanitari differenti, cosa che è in contrasto con le norme della Costituzione secondo le quali tutti i cittadini hanno diritto allo stesso e al migliore trattamento sanitario possibile senza distinzione di censo, di razza, religione e, soprattutto, di provenienza regionale. Così, purtroppo, non è, come sanno bene quelli che vivono in regioni meno virtuose nella gestione delle politiche sanitarie".

Il desiderio di indagare le differenze territoriali italiane si manifesta anche nella scelta di due studi per il programma, una in Lombardia e un'altra in Campania. "Abbiamo pensato ad un programma che fosse diviso nelle due grandi capitali del Paese, Roma a parte. La capitale del Centro Nord che è Milano, e la capitale del Centro Sud, che è Napoli. Città - ha osservato il direttore di Rai3 - che proprio in questi giorni diventano ancora di più il centro della questione politica sanitaria, divise dalla gestione delll'emergenza e unite dalla stessa drammatica emergenza. Avremo, quindi, 2 sedi, una nel centro di produzione tv di Milano e l'altra nel centro di produzione tv di Napoli. Alternativamente il programma sarà condotto prima da una città e poi dall'altra. Per l'esordio cominceremo da Napoli per i primi 40 minuti, poi ci sarà uno stacco e passeremo a Milano per altri 40 minuti", e poi avanti così.

"Le due città non si confronteranno direttamente perché non ci piace l'idea di scatenare risse da stadio - ha insistito così Di Mare palesando ancora una volta l'intenzione di procedere verso un confronto costruttivo - Noi vogliamo piuttosto che vengano evidenziati i problemi nella maniera più civile possibile, senza risparmiare domande o censurare risposte". Quanto alla prima puntata "è ancora tutto in divenire", ma al momento è confermata la presenza del sindaco di Napoli Luigi De Magistris, del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano (in collegamento), di Lucia Annunziata, Ferruccio De Bortoli, Giulio Tremonti, del costituzionalista firma de 'Il Sole 24ore' Francesco Clementi, come anticipato, e di Marino Golinelli. "Ci auguriamo che De Luca possa esserci - ha detto Di Mare - ma in questi giorni i suoi impegni lo tengono un po' legato alla sedia". Tanti ospiti, quindi. E, invece, niente vox populi: "E un'arma a doppio taglio - ha detto il direttore di Rai3 - per essere tale deve essere studiata scientificamente da un sociologo che faccia un'analisi di chi rappresenta cosa. Noi non abbiamo questa ambizione e non abbiamo nemmeno la voglia di tirare per la giacca la gente. Gli inviati certamente ci saranno, ma cercheremo di evitare le voci di strada perché io credo, da giornalista, che siano fuorvianti".

(Ver/Adnkronos)

"Ora più che mai - è intervenuta Francesca Romana Elisei - è arrivato il momento di raccontare la pandemia anche dal Sud, perché ora tocca anche al Sud fronteggiare un problema che durante la prima fase aveva solo lambito regioni come la Campania, la Puglia e la Sicilia. Sono contenta di raccontare l'emergenza, il conflitto tra poteri dalla prospettiva del Sud. La scommessa grande di 'Titolo V', però, non è quella di raccontare tutta la pandemia, ma quella di porre sul tavolo un dibattito sulla riforma del titolo V. Il passo in più che proveremo a fare è porre il tema di una riforma politica che evidentemente ha mostrato criticità che sono emerse durante la fase di emergenza sanitaria".

"E' imploso, infatti - le ha dato man forte Vicarietti - un disegno istituzionale incompleto. La pandemia non ha fatto altro che da lente di ingrandimento di calcoli fatti 20 anni fa e ora rivelatisi non corretti probabilmente. La nostra missione, infatti, è proprio quella di capire se è stato così, se quella riforma ha favorito la follia comunicativa che abbiamo visto a marzo e aprile e che stiamo vedendo oggi. Lo faremo parlandone con i protagonisti, con chi firma decreti e ordinanze. E lo faremo da cittadini visto che ci siamo trovati ad interpretare quelle norme, a capire che vivere in una regione e lavorare in un'altra cambiava il quotidiano, come è capitato a me. La missione, quindi - ha aggiunto Vicarietti - è capire quanto tutto questo sia praticabile e sopportabile da parte dei cittadini".

Napoli e Milano sono pronte, quindi, con Francesca Romana Elisei in Campania e Roberto Vicarietti in Lombardia, in una sorta di ping pong che vedrà l'alternarsi dei due conduttori e dei rispettivi studi. "L'idea - ha anticipato Di Mare entrando nel vivo del programma - è quella di alternare le posizioni su uno stesso tema. E sentire cosa pensano i governatori, i politici del Sud e i governatori e i politici del Nord intorno alla stessa questione. La prima puntata ruoterà intorno al lockdown, alle misure già prese e cercherà di comprendere perché, pur avendo intravisto da lontano l'arrivo della seconda ondata di coronavirus, forse la risposta non è stata delle più pronte e soddisfacenti. Forse si poteva rispondere meglio e forse proprio il Titolo V e la differente risposta regionale ha dato dei risultati non all'altezza delle aspettative".

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