Il consigliere Rai difende la libertà editoriale del direttore Coletta e ricorda come il pluralismo non si realizzi diminuendo programmi ma aumentandoli. Detto ciò evidenzia come il primo a fare liste nere sia stato proprio il giornalista
di Veronica Marino
"Io non apprezzo intellettualmente Gad Lerner, lo ritengo un intellettuale divisivo nel paese, portatore di una cultura di odio e intolleranza, figlio di Lotta Continua e di quei movimenti fallimentari che hanno prodotto estremismo ideologico e violenza nella storia di questo Paese. Nello stesso tempo, però, apprezzo il direttore di Rai3 Stefano Coletta che ritengo uomo di prodotto come pochi in Rai. Per questo, nel rispetto dell'autonomia editoriale che va salvaguardata all'interno del servizio pubblico, mi rimetto alla sua scelta di dare la conduzione di un format a Gad Lerner". Il consigliere Rai Giampaolo Rossi, interviene così dopo la polemica scatenata dalle parole del vicepremier Salvini nei confronti del giornalista che dal 3 giugno sarà su Rai3 con 'L'approdo'.
Ma quella di Salvini è nei fatti una lista di proscrizione nei confronti di Lerner? "Ma no! E' una opinione, condivisibile o meno, ma una opinione. Voglio ricordare che ad oggi l'unico che ha prodotto liste nere è proprio Gad Lerner che, nelle settimane scorse, ha individuato intellettuali e giornalisti di destra, rei di non essere allineati al pensiero unico di cui lui è custode e sacerdote, e quindi da mettere al bando. Il pluralismo - evidenzia Rossi all'Adnkronos - non si calcola per sottrazione ma per somma. Non si realizza togliendo le voci ma aumentandole. Per questo - dice il consigliere - non mi scandalizza il format di Lerner su Rai3, in linea con il pubblico della rete, tanto è che i palinsesti estivi, che contengono anche il suo programma, sono stati approvati dall'intero Cda con la sola astensione di Borioni e Laganà".
"Mi stupisce, invece - fa notare Rossi - il fatto che sulle altre reti, mi riferisco in particolare a Rai1 definita sovranista, non ci siano nuovi talk di approfondimento politico con voci dissonanti rispetto al mainstream come, per esempio, quelle di Maria Giovanna Maglie o Laura Tecce o di altri giornalisti e intellettuali di destra che potrebbero condurre nuovi programmi. L'unico che ha prodotto un talk originale in questo senso - osserva - è Freccero con 'Povera Patria' che sta ottenendo, tra l'altro, ottimi risultati su Rai2. Il pluralismo si attua così, aumentando le voci e non diminuendole - ribadisce Rossi - E in realtà il nuovo piano industriale voluto dall'ad Salini va proprio nella direzione di un maggiore pluralismo all'interno della Rai, poiché mette al centro il prodotto, calibrandolo misurandolo con le diverse sensibilità culturali del Paese e con i nuovi bisogni di fruizione. La Rai è un'Azienda complessa, cambiarla richiede tempo, competenza e visione. Noi ci stiamo provando".