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In Arabia Saudita i colloqui tra le delegazioni di Washington e Mosca per porre fine alla guerra
Mentre a Riad le delegazioni di Usa e Russia si riuniscono per discutere una possibile soluzione alla guerra in Ucraina, dal Cremlino arriva l'annuncio che il presidente russo Vladimir Putin è "pronto" a negoziare con il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky "se necessario". "Putin stesso ha dichiarato che, se necessario, sarebbe pronto a negoziare con Zelensky, ma il quadro giuridico degli accordi deve essere discusso tenendo conto della realtà", ha affermato il portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov, riferendosi alla mancanza di "legittimità", secondo Mosca, del leader ucraino perché il suo mandato è scaduto ufficialmente nel maggio 2024.
La Russia riconosce il “diritto sovrano” dell’Ucraina di aderire all’Unione Europea ma non alla Nato, ha poi aggiunto Peskov, precisando che, "per quanto riguarda l'adesione dell'Ucraina all'Ue, questo è un diritto sovrano di qualsiasi Paese. Nessuno ha il diritto di dettare la condotta di un altro Paese". "La situazione è completamente diversa ha aggiunto - quando si tratta di questioni di sicurezza e di alleanze militari. Il nostro approccio in questo caso è diverso e ben noto".
Nel frattempo in Arabia Sudita il segretario di Stato americano Marco Rubio ha incontrato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov in uno dei palazzi della famiglia reale saudita, Diriyah, nel complesso di Albasatin. Al vertice Stati Uniti-Russia, incentrato sulla soluzione del conflitto in Ucraina e sul 'reset' dei rapporti bilaterali, hanno partecipato, per la parte statunitense, anche l'inviato speciale per il Medio Oriente Steve Witkoff e il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz. Mentre per la parte russa, al tavolo erano presenti il consigliere presidenziale Yury Ushakov e il capo del fondo sovrano Kirill Dmitriev. Dmitriev ha dichiarato di aver già incontrato diversi membri del team statunitense nella capitale saudita e ha sottolineato come la Russia, colpita dalle pesanti sanzioni occidentali per il suo attacco all'Ucraina, si aspetta "rapidi progressi" sul piano economico dai colloqui iniziati oggi. "Abbiamo una serie di proposte che i nostri colleghi stanno considerando. Penso che sarà possibile fare progressi non in un lontano futuro, ma nei prossimi due o tre mesi", ha aggiunto.
Rubio ha inquadrato i colloqui come un tentativo di determinare se la Russia sia seriamente intenzionata a porre fine alla guerra in Ucraina. Keith Kellogg, l'inviato dell'amministrazione Trump per la Russia e l'Ucraina, che dovrebbe recarsi in visita a Kiev giovedì, ha parlato di un 'doppio binario' negoziale. Per il Cremlino, i colloqui "saranno dedicati principalmente al ripristino dell'intero complesso delle relazioni russo-americane". Trump e Putin vogliono lasciarsi alle spalle un "periodo anormale" nelle relazioni, ha affermato Lavrov.
Dalle immagini che arrivano da Riad diffuse dalle tv satellitari arabe, sono presenti ai colloqui anche il ministro degli Esteri saudita, Faisal bin Farhan Al Saud, e il consigliere per la Sicurezza nazionale della monarchia del Golfo, Musaed bin Mohammad Al-Aiban, con alle spalle le bandiere di Stati Uniti, Arabia Saudita e Russia. Alla Cnn un funzionario saudita aveva già confermato, prima dei colloqui, la volontà di Riad di svolgere un ruolo di mediatore nei colloqui.
All'avvio dei colloqui non ci sarebbe stata nessuna stretta di mano tra le due delegazioni, almeno davanti a fotografi e telecamere, evidenzia l'agenzia russa Tass nel suo resoconto sull'avvio dell'incontro che vede seduti intorno a un lungo tavolo di legno con composizioni di fiori bianchi al centro, la delegazione Usa e quella russa, 'separate' da rappresentanti sauditi. La Tass precisa come ai giornalisti siano stato concesso l'ingresso nella sala dei colloqui quando le delegazioni avevano già preso posto al tavolo dei colloqui.
Il presidente Usa Donald Trump e il suo team di negoziatori sono "grandi risolutori di problemi", ha detto Dmitriev alla Cnn. "Tutto quello che posso dire è che sono grandi risolutori di problemi. E penso che il presidente Trump sia un grande risolutore di problemi", ha affermato. Dmitriev ha affermato che i negoziatori statunitensi non hanno ancora fatto promesse dirette alle loro controparti russe. "Penso che la promessa sia: dialoghiamo, troviamo la soluzione migliore per i nostri paesi, per gli altri paesi, per la comunità globale", ha detto. Ha anche negato che la Russia cercasse principalmente di alleviare le sanzioni a cui è sottoposto il paese e ha affermato che le economie statunitense e russa potrebbero entrambe trarre vantaggio dalla collaborazione. "Penso che sia molto importante costruire ponti. Penso che le relazioni tra Stati Uniti e Russia siano molto importanti per il mondo", ha detto.
Dmitriev è stato scelto dal Cremlino per concentrarsi sul ripristino dei legami economici tra Stati Uniti e Russia. Di recente, ha lavorato a stretto contatto con l'inviato statunitense per il Medio Oriente Steve Witkoff, e con il principe ereditario Mohammed bin Salman dell'Arabia Saudita, per garantire il rilascio dalla Russia dell'insegnante americano Marc Fogel, hanno detto alla Cnn fonti a conoscenza dell'accordo.
L'avvio di colloqui tra Stati Uniti e Russia non avrà ripercussioni sulla cooperazione tra Mosca e Teheran, assicura il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in dichiarazioni rilanciate dall'agenzia russa Tass. "Mosca attribuisce grande importanza alle buone relazioni con l'Iran e intende svilupparle in modo completo, anche fornendo assistenza per la soluzione dei problemi principali, compreso il programma nucleare" della Repubblica Islamica, ha detto Peskov parlando con l'agenzia iraniana Irna. La Russia è tra i firmatari dell'accordo internazionale sul nucleare iraniano del 2015, da cui poi gli Usa si sono ritirati nel 2018 durante la prima Amministrazione Trump.
La Cina auspica che "tutte le parti e gli attori possano partecipare" ai colloqui sull'Ucraina "al momento dovuto". La Repubblica Popolare è "lieta di tutti gli sforzi per la pace", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Guo Jiakun.