
Il leader del Movimento Giuseppe Conte: "Da Von der Leyen sciocchezze, ci porta in un'economia di guerra". La vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno: "Facile lucrare consensi con cartelli contro il riarmo"
Il Movimento Cinque Stelle protesta oggi, martedì 11 marzo, al Parlamento europeo di Strasburgo contro il piano di riarmo. "Basta soldi per le armi" recita lo striscione, mostrato da deputati, senatori ed europarlamentari insieme al presidente Giuseppe Conte. "Vogliamo esprimere la netta contrarietà dei cittadini al piano che prevede uno stanziamento fino a 30 miliardi per l'industria bellica da parte dell'Italia" spiega il Movimento. "Un salasso che porterà con l'ok di Giorgia Meloni e di tutto il suo governo a ulteriori taglia a sanità, istruzione, welfare e investimenti per le imprese".
Per il leader del M5S Giuseppe Conte Ursula von der Leyen è pronta a portarci in una "economia di guerra" come oggi "ha ripetuto" in Aula. "Non diciamo più sciocchezze - afferma - non è vero che in Europa investiamo meno comparativamente alla Russia. È stata assolutamente smentito: oggi von der Leyen ha ripetuto questa sciocchezza".
"Dobbiamo dire - continua Conte - che non è vero, ai nostri cittadini. Non investiamo meno: investiamo peggio. Con ReArmEu andiamo a investire ancora, in modo pessimo. Se davvero ci fossero dei governanti, in questo momento, seri che ci rappresentano, dovrebbero ritrovarsi per settimane, mesi, quel che occorre, per tirare fuori un serio progetto di difesa comune". Progetto che, aggiunge Conte, "significa coordinamento degli acquisti, strategie integrate, significa una unità di comando che non vorranno mai raggiungere. Anche sul piano dell'efficienza, stiamo andando nella direzione completamente sbagliata. Ma non illudiamo i nostri cittadini, dicendo che la sicurezza si possa garantire acquistando qualche armamento in più"..
Per Conte "se ragioniamo in questi termini, diciamo la verità, noi stiamo creando ancora più insicurezza. Perché stiamo lanciando un segnale, anziché nella giusta direzione di una prospettiva di pace, sicurezza, dialogo, mediazione, stiamo andando in una prospettiva di contro-minaccia. Stiamo alimentando un'escalation militare, né più né meno. Oggi von der Leyen e tutti i nostri governanti europei si prendono il rischio di crearci una prospettiva di guerra, ci portano in un'economia di guerra", conclude.
E' "molto facile" arrivare a Strasburgo portandosi "cinquanta parlamentari da Roma" per protestare con i "cartelli", con l'obiettivo di "lucrare un po' di consenso elettorale" attacca la vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno, del Pd. Per Picierno, "c'è una tipicità del dibattito italiano, che secondo me vale la pena sottolineare. In nessun Paese d'Europa il dibattito intorno alla difesa europea diventa una polarizzazione tra i cosiddetti guerrafondai e i cosiddetti pacifisti. E' una cosa che succede solo in Italia. Questa cosa viene molto amplificata, e mi spiace doverlo sottolineare, anche da questi tentativi di Giuseppe Conte e dei Cinque Stelle di trascinare il dibattito su una semplificazione che non è all'altezza, secondo me, della sfida che noi abbiamo di fronte".
È chiaro, prosegue Picierno, "che è molto facile arrivare coi cartelli e portarsi 50 parlamentari da Roma, e c'erano solo loro, non c'erano altri parlamentari europei, vale la pena di sottolinearlo. E' molto facile tentare di lucrare un po' di consenso elettorale, dicendo che l'Europa vuole riarmarsi. E' molto più difficile, io credo, mostrare una postura adulta, studiare i testi, modificarli quando non vanno bene".
Perché, continua la vicepresidente, "è chiaro che il piano di Ursula von der Leyen, e l'abbiamo detto tutti, è un primo passo e tanti altri dovranno seguire. Ma ricordo che, quando ci sono stati momenti fondanti dell'Unione Europea, e questo secondo me è un momento fondante della storia politica della nostra Unione politica abbiamo avuto sempre un dibattito fatto di polemiche, di primi passi, di aggiustamenti".
E' successo, ricorda ancora, "con Schengen, è successo con l'euro, è successo più recentemente con il Covid. Ricorderete le discussioni all'inizio, con i nordici che si opponevano, che non volevano gli eurobond, che non volevano il debito comune. Poi ci siamo arrivati, a Next Generation Eu".
Bisogna, continua, "secondo me, naturalmente è il mio punto di vista e la mia impostazione politica, provare a lavorare stando dentro le cose. Perché fare la polemica da fuori, indossare le magliette, fare il circo mediatico, serve magari ad avere un po' di consenso elettorale e momentaneo. Ma poi, secondo me, non rende quella forza politica all'altezza della sfida di governo di tempi così complessi", conclude.