Ucciso l'aggressore. La Polizia israeliana: "Possibile attacco terroristico"
Ombre sulla tregua tra Israele e Hamas in vigore da domani nella Striscia di Gaza. Oggi una sparatoria è avvenuta nella zona meridionale di Tel Aviv oggi, 18 gennaio, ha provocato diversi feriti. Lo ha reso noto la polizia israeliana spiegando che l'uomo che ha sparato è stato ucciso e che numerosi uomini sono stati inviati sul luogo della sparatoria. Secondo quanto riferito dai media, la polizia indaga per un "possibile attacco terroristico". Un portavoce del servizio di ambulanze Magen David Adom ha spiegato che i medici stanno curando un uomo con ferite moderate e che ''il terrorista è stato eliminato''.
Sempre oggi le sirene dell'allarme antiaereo sono tornate a suonale nelle zone di Gerusalemme e Tel Aviv, mentre le forze israeliane (Idf) hanno confermato che sono stati intercettati due missili, lanciati dallo Yemen. Tuttavia la milizia Houthi in Yemen ha fatto sapere che intende interrompere i suoi attacchi contro Israele una volta che il cessate il fuoco a Gaza sarà entrato in vigore. Il portavoce Houthi ha ribadito che la milizia sostiene il cessate il fuoco e che cesseranno anche gli attacchi alle navi mercantili nel Mar Rosso, a condizione che gli Stati Uniti e la Gran Bretagna smettano di colpire obiettivi nello Yemen.
Il leader della milizia, Abdul-Malik al-Houthi, aveva precedentemente affermato che gli attacchi contro Israele sarebbero ripresi se il cessate il fuoco non fosse stato rispettato. Dall'inizio del conflitto a Gaza, la milizia Houthi ha ripetutamente attaccato Israele e navi mercantili internazionali. In risposta, Israele, Stati Uniti e Gran Bretagna hanno ripetutamente colpito obiettivi Houthi in Yemen.
A meno di 24 ore dall'entrata in vigore del cessate il fuoco a Gaza che scatterà domani mattina alle 8:30, restano comunque i timori per la durata di quella che appare una tregua fragile.
Le incertezze maggiori riguardano soprattutto la seconda fase dell'accordo con Hamas, ovvero quella che scatterà dopo 16 giorni e che prevederebbe il rilascio di tutti gli ostaggi, compresi i militari, il ritiro completo di Israele dalla Striscia e il cessate il fuoco permanente.
Il premier israeliano Benjamin Netanyhau ha ottenuto garanzie sia dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, quanto dal futuro inquilino della Casa Bianca Donald Trump, che potrà riprendere la guerra nella Striscia di Gaza se proprio la seconda fase dell'accordo non dovesse reggere.
Intanto l'esercito israeliano fa sapere di essere in stato di massima allerta per vari scenari che potrebbero verificarsi dopo l'entrata in vigore del cessate il fuoco con Hamas. Lo si apprende dal Times of Israel. Durante la notte, il Comando meridionale dell'Idf lavorerà per ridisporre le truppe all'interno della Striscia di Gaza, ritirandosi dalle aree urbane e posizionandole sulle linee concordate tra Israele e Hamas. Un gran numero di forze si muoverà durante la notte e le ore del mattino. Anche nelle ore che precedono l'entrata in vigore del cessate il fuoco alle 8:30, l'Idf ha comunicato che continuerà ad effettuare attacchi e a distruggere le infrastrutture utilizzate da Hamas a Gaza.
Infine, il Comando meridionale si sta preparando per il rilascio degli ostaggi, che saranno consegnati alle truppe dalla Croce Rossa e poi portati in una delle tre strutture dell'esercito vicino al confine per un controllo iniziale. Da lì, l'Idf li scorterà negli ospedali per incontrare le loro famiglie. Ma se l'accordo per il cessate il fuoco dovesse fallire, o se la seconda fase non venisse attuata al termine dei 42 giorni, l'Idf si dice pronto a tornare “immediatamente” a combattere.
Uno scenario che spaventa non poco i parenti degli ostaggi che oggi hanno chiesto al premier di accelerare sui negoziati delle fasi successive. "Chiediamo con urgenza accordi rapidi per garantire che tutte le fasi dell'accordo siano attuate e sottolineiamo che i negoziati per le prossime fasi dovrebbero iniziare prima del sedicesimo giorno", il messaggio inviato dai familiari a Netanyahu.
Ma Netanyahu ha altre preoccupazioni. Dopo aver dato il via libera all'accordo nonostante il dissenso dell'estrema destra di governo la sua leadership è sempre più in bilico.
Itamar Ben Gvir oggi ha annunciato le sue dimissioni dall'esecutivo in segno di protesta per l'accordo sul cessate il fuoco a Gaza e lo scambio tra ostaggi e detenuti palestinesi, scrive il sito di Haaretz. Ben Gvir, come riporta l'emittente N12, consegnerà domani mattina le sue dimissioni a Netanyahu. ''Netanyahu si era impegnato a prendere il controllo della Striscia di Gaza e a renderla inabitabile'', ha dichiarato il ministro.