Lo fa sapere l'ufficio di Netanyahu: "Proposta accettabile". Hamas: "Principale ostacolo è premier israeliano". Pressioni internazionali sui negoziatori per un rapido raggiungimento dell'intesa
"Cauto ottimismo" su un possibile accordo tra Israele e Hamas. E' quello che trapela dall'ufficio del premier israeliano, Benjamin Netanyahu mentre continuano le pressioni internazionali sui negoziatori perché di arrivi al più presto un'intesa che scongiuri un'escalation del conflitto in Medio Oriente.
Secondo l'ufficio del primo ministro il team negoziale ha espresso "un cauto ottimismo riguardo alla possibilità di procedere verso un accordo per gli ostaggi". E' quanto riporta il sito del Jerusalem Post citando media israeliani.
Nella dichiarazione si riferisce che Netanyahu ha incontrato il team dei negoziatori che sono stati nei giorni scorsi a Doha per essere informato della proposta Usa per colmare le differenze di posizioni tra Israele e Hamas, proposta che "contiene componenti accettabili per Israele".
"Dobbiamo sperare - conclude la dichiarazione - che la pesante pressione su Hamas da parte degli Stati Uniti e dei mediatori porti alla rimozione della sua opposizione alla proposta americana e permetta una svolta nei contatti".
"Netanyahu è il principale ostacolo al raggiungimento dell'accordo", sostiene dal canto suo un alto funzionario di Hamas, secondo quanto riporta Al Jazeera. "Tutti capiscono" che Netanyahu e il suo governo non sono disposti a raggiungere un accordo di cessate il fuoco, sottolinea.
Hamas, continua Al Jazeera, afferma che i crimini in corso contro i palestinesi vengono perpetrati con “il sostegno assoluto dell’amministrazione statunitense e delle capitali occidentali, che stanno fornendo la copertura e il tempo necessari al governo israeliano per commettere un barbaro genocidio a Gaza”.
"Non possiamo perdere tempo: lavoriamo insieme a tutti i Paesi della regione per dare al Medio Oriente prospettive di stabilità e pace", ha scritto il ministro degli Esteri Antonio Tajani su X, dopo aver sottoscritto un appello congiunto per la conclusione dei negoziati. "Insieme ai colleghi di Regno Unito, Germania e Francia, sostengo gli sforzi di mediazione in corso di Stati Uniti, Egitto e Qatar per un accordo sul cessate il fuoco a Gaza e sul rilascio degli ostaggi", ha ricordato Tajani.
La guerra a Gaza rischia di far precipitare l'intera regione in un "ciclo di instabilità costante", ha denunciato il Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi dopo aver incontrato il ministro degli Esteri francese Stéphane Séjourné al Cairo, parlando dell'urgenza di usare i negoziati in corso, in cui l'Egitto, con Qatar e Stati Uniti è mediatore, per porre fine alla guerra a Gaza. Come ha spiegato un portavoce di al-Sisi, un accordo impedirebbe un ulteriore bagno di sangue e proteggerebbe la regione dalle conseguenze di una ulteriore escalation. I negoziati riprenderanno ad alto livello entro la fine della prossima settimana al Cairo. Ma fino ad allora gli sherpa dovrebbero continuare a discutere per superare gli ostacoli ancora presenti per spianare la strada a un accordo.