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Libano, Unifil: "Fuoco esercito Israele su nostro posto osservazione"

Raid su Khan Younis, media: "38 morti, 14 sono minorenni. Tre giornalisti morti nel Libano orientale, ira Beirut: "Crimine di guerra". Ucciso capo delle forze di elite di Hezbollah

Missione Unifil in Libano - (Fotogramma)
Missione Unifil in Libano - (Fotogramma)
25 ottobre 2024 | 07.43
LETTURA: 5 minuti

Nuovo attacco di Israele contro l'Unifil in Libano. Secondo quanto riferisce la missione Onu, "i soldati dell'Idf hanno aperto il fuoco" martedì scorso contro un posto di osservazione nei pressi del villaggio di confine di Dhayra. "Le guardie di servizio - aggiunge - si sono ritirate per evitare di essere colpite", essendo la situazione della sicurezza "estremamente difficile", nel contesto di altri attacchi non identificati.

"Il 22 ottobre peacekeeper in servizio in un posto di osservazione permanente nei pressi di Dhayra stavano osservando soldati delle Idf impegnati in operazioni di sgombero di case nelle vicinanze - si legge in una nota di Unifil - Realizzato di essere osservati, i soldati delle Idf hanno aperto il fuoco contro la postazione. Le unità in servizio si sono ritirate per evitare di essere colpite".

"Le Idf hanno ripetutamente chiesto che Unifil abbandoni le sue postazioni lungo la Linea Blu (di demarcazione del confine tra Israele e Libano) e ha deliberatamente danneggiato telecamere, luci e strumenti di comunicazioni in alcune di queste postazioni - prosegue la nota - Nonostante le pressioni sulla Missione e sui Paesi che contribuiscono alla Missione, i peacekeeper restano in posizione e al lavoro. Continueremo a portare avanti i compiti del nostro mandato di monitoraggio a segnalazione".

Unifil ricorda alle "Idf e a tutti gli attori i loro obblighi di garantire la sicurezza del personale e delle strutture Onu" e ribadisce che "ogni attacco deliberato contro di loro è una violazione grave del diritto internazionale umanitario e della risoluzione 1701".

Raid Israele su Khan Younis

Sarebbero intanto almeno 38 i morti del raid dell'esercito israeliano a Khan Younis, nella Striscia di Gaza. Lo riporta al Jazeera, citando fonti mediche che precisano che 14 delle vittime sono minorenni rimasti soffocati a causa del fumo dei missili israeliani. Di questi, 13 appartenevano alla stessa famiglia.

Molti cadaveri giacciono a terra nell'ospedale Nasser, racconta l'emittende del Qatar, mentre genitori e parenti danno l'ultimo saluto alle vittime, che sono state trasferite per la sepoltura. Testimoni confermano che i residenti in queste aree non erano stati avvisati prima di essere colpiti.

Oms: "Persi contatti con personale ospedale nel nord di Gaza"

"Dalle segnalazioni di questa mattina, di un raid contro l'ospedale Kamal Adwan nel nord di Gaza, abbiamo perso i contatti con il personale lì presente", segnala in un post su X il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus. Si tratta, scrive, di "uno sviluppo molto preoccupante, alla luce del numero di pazienti assistiti e delle persone che lì hanno trovato rifugio".

Il post precisa che l'Oms e i partner dell'organizzazione erano "riusciti a raggiungere l'ospedale la notte scorsa, nel mezzo delle ostilità nelle vicinanze, e a trasferire 23 pazienti e 26 infermieri all'Al-Shifa Hospital", a "consegnare 180 sacche di sangue", altro materiale sanitario e medicinali per "oltre 5.000 pazienti".

"Accedere agli ospedali a Gaza sta diventando incredibilmente sempre più difficile ed espone il nostro staff a pericoli inutili. La missione è rientrata alle 3.30 - conclude - Chiediamo un cessate il fuoco immediato, la protezione di ospedali, pazienti, operatori sanitari e umanitari".

Almeno 20 vittime in attacco Idf a campo profughi nel nord di Gaza

Almeno 20 persone sarebbero state uccise e ferite in un attacco israeliano al campo profughi di al-Shati, nel nord della Striscia di Gaza. Lo scrive al Jazeera, dopo aver riferito che almeno 38 persone sono state uccise, la maggior parte delle quali appartenenti alla stessa famiglia, negli attacchi israeliani contro edifici residenziali a Khan Younis.

Raid in Libano, "almeno 3 giornalisti uccisi"

E sarebbero almeno tre i giornalisti uccisi in un raid aereo israeliano contro una guesthouse dove alloggiavano anche altri reporter nel Libano orientale, vicino al confine con la Siria. Lo riferiscono i media libanesi spiegando che, tra le vittime, si contano un cameraman e un ingegnere che lavoravano per l'emittente filo-iraniana Al-Mayadeen e un cameraman che lavorava per la tv Al-Manar di Hezbollah. Altri reporter presenti sulla scena hanno affermato che il bungalow in cui dormivano i rappresentanti di quelle emittenti è stato preso di mira direttamente.

Il ministro dell'Informazione libanese Ziad Makary ha accusato Israele di aver intenzionalmente preso di mira i giornalisti nell'attacco aereo. Si tratta di un "crimine di guerra", ha detto il ministro.

"Il nemico israeliano ha atteso la pausa notturna dei giornalisti per tradirli nel sonno. Questo è un assassinio, dopo monitoraggio e tracciamento, con pianificazione e progettazione. C'erano 18 giornalisti in rappresentanza di sette istituzioni mediatiche. Questo è un crimine di guerra", ha affermato Makary in un post su X.

A causa del raid, un secondo valico di frontiera tra la Siria e il Libano, quello di Qaa, è stato reso inutilizzabile. Lo ha dichiarato il ministro dei Trasporti libanese Ali Hamieh, spiegando che i danni provocati impediscono ai veicoli di transitare. "Il valico di Qaa è stato messo fuori servizio dopo un attacco israeliano sul territorio siriano, a centinaia di metri dalle guardie di frontiera siriane", afferma Hamieh. Israele ha accusato Hezbollah di contrabbandare armi dalla Siria attraverso i valichi di frontiera.

Idf: "Ucciso capo forze elite Hezbollah"

Le Idf hanno intanto annunciato l'uccisione del capo delle forze di elite di Hezbollah, Radwan, per la regione di Aitaroun nel sud del Libano. Si tratta di Abbas Adnan Moslem, secondo i militari israeliani responsabile di numerosi attacchi missilistici contro truppe e città israeliane dalla zona di Aitaroun.

Schedati e da usare per scambio, le istruzioni di Sinwar sugli ostaggi: il documento

La presa degli ostaggi durante l'assalto del 7 ottobre aveva un obiettivo, chiaro: quello di usarli come mezzo di scambio per liberare gli uomini di Hamas dalle carceri israeliane. E' quanto si legge nei documenti scritti dal leader di Hamas Yahya Sinwar, ucciso il 16 ottobre scorso in un'operazione israeliana a Rafah nel sud della Striscia di Gaza. Documenti in cui compaiono versetti del Corano che spiegano nel dettaglio in che modo debbano essere trattati gli ostaggi, come scrive il quotidiano palestinese Al-Quds.

Sono tre i documenti scritti da Sinwar e che contengono dettagli sugli ostaggi e istruzioni su come proteggerli. Oltre al testo in cui si spiega che gli ostaggi servono come ''pedine di scambio'' per liberare i prigionieri di sicurezza palestinese, un secondo documento elenca il numero degli ostaggi, la loro età e li identifica come civili o soldati, uomini o donne. Un terzo documento riporta i nomi di 11 ostaggi, la maggior parte dei quali sono stati rilasciati nell'accordo di novembre.

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