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Iran, Khamenei frena su colloqui con Usa. Round a Roma saltato per Vance

Troppo "imbarazzante" la sua presenza negli stessi giorni

JD Vance
JD Vance
15 aprile 2025 | 18.15
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L'ayatollah Ali Khamenei 'frena' sui colloqui con gli Stati Uniti - "non sono né troppo ottimista né troppo pessimista" - mentre il prossimo round si terrà ancora in Oman e non più a Roma: troppo "imbarazzante" la presenza negli stessi giorni del vice presidente JD Vance, atteso da venerdì a domenica, fanno notare all'Adnkronos diverse fonti diplomatiche. E intanto l'inviato di Donald Trump, Steve Witkoff, chiarisce: un accordo finale con Teheran deve comportare "l'eliminazione dell'arricchimento dell'uranio e del programma di sviluppo dell'arma" nucleare. Una precisazione dopo aver detto a Fox News che Washington è disposta ad accettare un limite di arricchimento dell'uranio al 3,67%.

Nelle sue prime dichiarazioni pubbliche dopo la ripresa delle discussioni sul nucleare, sabato scorso a Muscat, in quello che è apparso un tentativo di non alimentare troppo le aspettative, la guida spirituale iraniana ha detto: "i primi passi sono stati ben compiuti", ma i negoziati "possono o non possono produrre risultati".

Per questo, ha sottolineato Khamenei, convinto nei giorni scorsi a dare l'ok a colloqui per il timore di nuove azioni militari americane o israeliane con il rischio di un crollo del regime, "non siamo né eccessivamente ottimisti né eccessivamente pessimisti riguardo a questi colloqui: naturalmente siamo molto pessimisti riguardo all'altra parte, ma siamo ottimisti riguardo alle nostre capacità". In ogni caso, gli affari del Paese non dovrebbero essere condizionati da quanto avviene in Oman: "La revoca delle sanzioni non è nelle nostre mani, ma lo è la loro neutralizzazione. Ci sono molti modi e c'è una grande nostra capacità di farlo. Se questo obiettivo sarà raggiunto, il Paese diventerà impermeabile alle sanzioni".

Intanto, il prossimo round già fissato per sabato prossimo - dopo quello del 12 aprile, che sia americani che iraniani hanno definito "positivo e costruttivo", con anche un contatto diretto tra l'inviato di Donald Trump Steve Wiktfoff e il ministro degli Esteri di Teheran Abbas Araghchi - si terrà nuovamente nel sultanato. Il portavoce della diplomazia iraniana, Esmaeil Baqaei, ha chiarito nella notte che i negoziatori si vedranno in Oman. 'Saltata' la tappa a Roma, confermata ieri anche dal ministro degli Esteri Antonio Tajani: "Abbiamo ricevuto la richiesta da parte delle parti interessate e da parte dell'Oman che svolge il ruolo di mediatore e abbiamo dato una risposta positiva". La presenza del vice presidente degli Stati Uniti nella capitale nelle stesse ore ha creato "imbarazzo, c'era il rischio che si creasse il malinteso che lo stesso Vance potesse partecipare ai colloqui", hanno spiegato all'Adnkronos fonti diplomatiche, sottolineando come tra l'altro quello iraniano sia un dossier nel quale il vice di Trump non abbia alcuna intenzione di entrare. E a Teheran, tra l'altro, volevano "evitare qualsiasi possibile incontro diretto tra la delegazione iraniana e Vance", come avvenuto tra Witkoff e Araghchi sabato scorso.

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