
La direttrice dell'Istituto affari internazionali spiega perché né gli Usa di Trump, né l'Europa hanno interesse a fermarlo. Il rischio è che la Turchia vada verso il modello Russia.
E' un contesto di ''permissività internazionale'' che sta dando al presidente turco Recep Tayyip Erdogan la possibilità di compiere ''un altro passo verso l'autoritarismo''. Incarcerando Ekrem ''Imamoglu, l'unico esponente dell'opposizione che può davvero battere l'Akp ed Erdogan''. E mettendo in atto una ''repressione sempre più dura delle proteste''. Lo spiega all'Adnkronos Nathalie Tocci, direttrice dell'Istituto affari internazionali (Iai), sottolineando che ''siamo a un crocevia'' e occorre ''attendere per capire se si è superata la linea rossa invisibile che porta a un punto di non ritorno''. Ovvero se il presidente turco ''ha fatto un passo più lungo della gamba e si è arrivati all'inizio della fine di Erdogan. Oppure se siamo allo scivolamento definitivo verso un sistema autoritario in Turchia''.
In ogni caso, per comprendere le azioni di Erdogan occorre guardare oltre ai confini della Turchia. ''Il contesto internazionale è permissivo per due motivi. Da un lato, il più importante, è il fatto che nella misura in cui è in corso un tentativo di 'cambio di regime' negli Stati Uniti, per Donald Trump non è certo un problema il fatto che la Turchia scivoli ancora di più verso un sistema autoritario'', spiega Tocci. A questo si aggiunge il fatto che ''alla luce della guerra in Ucraina, al fatto che gli Stati Uniti stanno abbandonando l'Europa'' e alla coalizione dei ''volenterosi che cercano di raccogliere'' contributi, ''Erdogan si rende disponibile a contribuire agli sforzi per la sicurezza europea''. Per cui, fa notare Tocci, ''Erdogan sa di avere una leva sull'Europa. E sul lato europeo, anche se è visto di cattivo occhio quello che sta accadendo internamente in Turchia, ci si passa sopra''.
Alla permissività internazionale si aggiunge il fatto che mentre l'ex leader dell'opposizione del Chp Kemal ''Kilicdaroglu era il candidato ideale per Erdogan perché non avrebbe mai vinto le elezioni, Imamoglu è l'unico esponente dell'opposizione che ha la possibilità di battere l'Akp e in una contesa presidenziale sconfiggere Erdogan. Infatti i sondaggi lo danno avanti rispetto a Erdogan'', spiega la politologa. Ma ''Erdogan non soltanto vuole ricandidarsi, ma vuole anche cambiare la Costituzione per fare in modo di potersi ricandidare''. Quindi siamo in ''un contesto in cui un Paese come la Turchia, che già stava scivolando verso l'autoritarismo, rischia di diventare un vero sistema autoritario come la Russia''.
Quella di Erdogan è però ''una mossa radicale che sta generando una reazione forte'' che ''a mio avviso continuerà'' perché ''per i turchi è una questione di vita o di morte della democrazia''. In ogni caso, sottolinea Tocci, allo stato attuale ''è impossibile dire se quello che stiamo vivendo avrà l'esito delle proteste del Gezi Park del 2013'', con il presidente turco che metterà a tacere la piazza, ''o se questa volta Erdogan ha fatto il passo più lungo della gamba''.