Fedriga: "Se si cambia colore vaccinati avranno più libertà dei non vaccinati"
Le Regioni sono pronte a chiedere al governo restrizioni per i non vaccinati, con l'obiettivo di evitare regole generali in caso di passaggi in zona gialla o arancione per l'eventuale aumento dei contagi Covid. "Giovedì discuteremo in conferenza regioni eventuali misure restrittive: se un territorio dovesse passare di colore i vaccinati avranno maggiore libertà rispetto ai non vaccinati" ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, nel corso della conferenza stampa organizzata al termine dell'incontro con i Capigruppo di Senato e Camera sulle criticità del Servizio Sanitario Nazionale.
''Ero al telefono con Fedriga. Quello che deve essere chiaro a tutti è che chiederemo come Regioni che le misure restrittive legate alle fasce di colore, se devono valere per qualcuno, valgano per le persone che non hanno fatto il vaccino e non per le persone che lo hanno correttamente fatto'', ha detto il governatore della Regione Liguria Giovanni Toti, a margine dell'inaugurazione del salone 'Orientamenti', facendo riferimento ai contatti con Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia e presidente della conferenza delle regioni.
''Non vorrei riparlare di chiusure - ha precisato ancora - ma se qualcuno deve essere convinto sono coloro che non si sono vaccinati, se le misure devono essere prese devono essere prese solo per i non vaccinati e non certo per chi ha fatto fino in fondo il suo dovere''.
Per il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, "non va disperso lo straordinario risultato raggiunto, e anzi, va valorizzato l’atteggiamento degli oltre 8 milioni di Lombardi che hanno con convinzione e senso di responsabilità aderito alla vaccinazione. Non possiamo pensare a restrizioni per questi cittadini che hanno dimostrato fiducia, consapevolezza e senso del bene comune" ha scritto il governatore su Facebook.
In Lombardia "la campagna vaccinale ha ottenuto eccellenti risultati, trainando, con un sesto della popolazione, anche il dato nazionale. Certo non dobbiamo fermarci, dobbiamo insistere e convincere i cittadini a completare il ciclo vaccinale con la terza dose", ha aggiunto Fontana.
A proposito delle nuove misure che potrebbero essere adottate per contenere la nuova ondata di contagi da Covid-19 il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, ha sottolineato: "Chi si è vaccinato ha dato prova di fiducia nelle istituzioni e io credo che questa fiducia debba essere ripagata sempre, per questo se ci dovessero essere nuove restrizioni queste non potranno essere pagate da coloro che si sono vaccinati perché sarebbe un’ingiustizia".
"Oggi il Piemonte è una regione virtuosa, una regione ancora green sotto il profilo della sicurezza sanitaria perché abbiamo fatto tanti sacrifici e ne facciamo ancora", ha aggiunto ricordando che "oggi siamo impegnati nella campagna vaccinale ma con orgoglio dico e ribadisco che bisogna vaccinarsi". "La nostra regione - ha concluso - è la prima regione d’Italia per numero di terze dosi già inoculate ai propri cittadini e questo è un simbolo di grande rispetto delle regole e di grande senso di responsabilità".
Anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, si è detto favorevole all'introduzione di misure restrittive per chi ha scelto di non vaccinarsi. "I contagi stanno risalendo - ha spiegato Giani - non siamo al livello dell'anno scorso: in Toscana contiamo 2700 nuovi contagi in una settimana e nello stesso periodo lo scorso anno avevamo raggiunto quota 16mila ed eravamo in zona rossa. Ora siamo in zona bianca, con la speranza di poterci restare per tutto l'inverno. Ciò impone misure rigorose, per poter garantire a tutti i cittadini di fare una vita di comunità e di avere relazioni sociali".
"La prima misura, la più importante, è il vaccino. Se chi non è vaccinato vuol partecipare alla vita di comunità deve immunizzarsi. Se non lo fa, approfitta di quello che hanno fatto altri. In questo caso credo sia giusto, come qualcuno ha proposto, assumere provvedimenti restrittivi nei confronti dei non vaccinati, per limitarne la mobilità negli spazi pubblici. Perché la circolazione dei non vaccinati favorisce fortemente il contagio - ha aggiunto il governatore - Già dobbiamo fare i conti, in Toscana, con circa 370mila bambini fino a dodici anni che, in questo caso per legge, non possono vaccinarsi. Per tutti gli altri, quelli che non si vaccinano per scelta, dovranno essere studiate misure che ne limitino la circolazione".
"Concordo con il presidente Fedriga e con il presidente Toti, se si dovessero rendere necessarie nuove restrizioni - il vero gradone è, a mio avviso, rappresentato dalla cosiddetta zona arancione - queste dovrebbero coinvolgere esclusivamente coloro che non si sono vaccinati". Così in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.
"La stragrande maggioranza degli italiani ha dato fiducia alla scienza e con senso di responsabilità nei confronti della comunità si è sottoposta al vaccino. Non sarebbe giusto far pagare a questa maggioranza la scelta incomprensibile di una minoranza" ha sottolineato Occhiuto.
Dl Green Pass, Governo pone fiducia alla Camera
Il ministro dei Rapporti con Il Parlamento, Federico D'Incà, ha posto alla Camera la fiducia sul ddl di conversione in legge del cosiddetto decreto Green Pass, che contiene le misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l'estensione dell'ambito applicativo della certificazione verde Covid-19 e il rafforzamento del sistema di screening. Il decreto è già stato approvato dal Senato.
Green pass, Costa: "Ragionevole pensare a riduzione durata"
Sulla possibilità che il Governo intervenga sulla durata del Green pass, "la riflessione è in corso. L'evidenza scientifica ha stabilito che con il passare del tempo c'è una riduzione del livello immunitario. E' ragionevole quindi pensare ad una riduzione della durata del Green pass". Lo ha ribadito il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, ospite di 'Radio Anch'io' su Rai Radio 1. Sulla possibilità di un ritorno all'obbligo della mascherina all'aperto, come accaduto nel comune di Aprilia (Latina) a causa di un rialzo dei contagi, il sottosegretari ha spiegato che l'ipotesi "non è ancora sul tavolo" del ministero. "Valuteremo nelle prossime settimane. Se ci sarà bisogno di restrizioni ci prenderemo la responsabilità, ma a oggi non è il tema", ha detto Costa.
Stretta sui trasporti in vigore, le nuove regole
Arriva intanto la stretta sui trasporti. Torna la biglietteria, cartelli con regole a bordo, stop al treno con un caso sospetto, in taxi massimo in due sono alcune delle nuove regole per bus, treni e metropolitane nella ordinanza emessa dal ministero dei Trasporti insieme al dicastero della Salute. Tra le novità, dunque, la possibilità di fermare il treno se c'è un caso di Covid sospetto, mentre il Green pass andrebbe controllato a terra, dunque prima di salire a bordo.
Ma "qualora questo non fosse possibile, il controllo può essere effettuato dal personale di bordo insieme al controllo del biglietto di viaggio". "In caso di passeggeri che, a bordo treno, presentino sintomi riconducibili all’affezione da COVID19 - si legge infatti nell'ordinanza - la Polizia Ferroviaria e le Autorità sanitarie devono essere prontamente informate: all’esito della relativa valutazione sulle condizioni di salute del passeggero, a queste spetta la decisione in merito all’opportunità di fermare il treno per procedere ad un intervento o prevedere appositi spazi dedicati. L’impresa ferroviaria procederà successivamente alla sanificazione specifica del convoglio interessato dall’emergenza prima di rimetterlo nella disponibilità di esercizio".
E ancora: torna la biglietteria e il controllo a bordo di metro, autobus di linea, tram e filobus. La nuova ordinanza prevede infatti "il graduale riavvio delle attività di bigliettazione e controllo a bordo", che "deve essere svolto in condizioni di sicurezza, garantendo al personale preposto la dotazione di mascherine chirurgiche o con più alto livello di protezione (FFP2) e dotazione di soluzione idroalcolica per la frequente igienizzazione delle mani".
Inoltre, a bordo di taxi e altri servizi di trasporto non di linea "evitare che il passeggero occupi il posto disponibile vicino al conducente". Soprattutto, "sui sedili posteriori, per rispettare le distanze di sicurezza, non potranno essere trasportati, distanziati il più possibile, più di due passeggeri, se non componenti dello stesso nucleo familiare". "Per il conducente - si legge nel testo - vige l’obbligo di indossare una mascherina chirurgica o un dispositivo di protezione individuale di livello superiore. All’interno del veicolo dovranno possibilmente essere installate paratie divisorie tra conducente e passeggero. Le presenti disposizioni, per quanto applicabili, si applicano anche ai natanti che svolgono servizi di trasporto non di linea. Vige anche per il personale conducente tali servizi l’obbligo della Certificazione verde".