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Focus economia, gli ultimi dati e l’andamento dell’inflazione

11 aprile 2025 | 15.53
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Pesa l’effetto dazi anche sull’economia italiana. Bankitalia ha tagliato venerdì 4 aprile le stime sulla crescita, indicando un aumento del PIL italiano dello 0,6% nell’anno in corso, dello 0,8% nel prossimo e dello 0,7% nel 2027. Le proiezioni macroeconomiche per l'Italia nel triennio 2025-27 descrivono uno scenario previsivo che include una prima e parziale valutazione degli effetti dei dazi annunciati dagli Stati Uniti e che non considera l'impatto di possibili misure ritorsive da parte della Ue e delle altre economie, né possibili ricadute degli annunci sui mercati internazionali. Insomma, potrebbe andare peggio di così se la guerra commerciale dovesse realmente prolungarsi e allargarsi. Sostanzialmente sotto controllo l’inflazione. In Italia, secondo le proiezioni di Via Nazionale, si manterrà su valori intorno all’1,5% sia nel 2025 sia nel 2026, per salire al 2,0% nel 2027. L’inflazione di fondo diminuirebbe, portandosi su valori intorno all’1,5% per cento per tutto il triennio. Un quadro che autorizza a pensare che la BCE possa proseguire, almeno nel breve e medio termine, con una politica monetaria accomodante. Quanto al lavoro, dopo la forte espansione registrata negli ultimi anni, l’occupazione continuerebbe a crescere nel triennio 2025-2027, a tassi poco inferiori a quelli del Pil (0,5% in media). Il tasso di disoccupazione, pari al 6,6% nella media del 2024, scenderebbe a circa il 6% quest’anno e si manterrebbe su tale valore in media nel prossimo biennio. Abbandonando le proiezioni e tornando ai dati reali, l’ultima rilevazione Istat disponibile riguarda i consumi. A febbraio 2025 si stima, per le vendite al dettaglio, una variazione congiunturale lievemente positiva in valore (+0,1%) e stazionaria in volume. Sono in aumento le vendite dei beni alimentari (rispettivamente +0,4% in valore e +0,1% in volume) mentre quelle dei beni non alimentari non subiscono variazioni. Rispetto al mese precedente, le vendite al dettaglio non registrano variazioni significative, solo per il comparto alimentare si rileva un contenuto aumento. Su base annua si registra un calo sostenuto, il più ampio degli ultimi dieci mesi, sia in valore che in volume. La flessione coinvolge sia le vendite dei beni alimentari sia quelle dei beni non alimentari. Sempre in termini tendenziali, le vendite al dettaglio sono in diminuzione per tutte le forme distributive, con un calo meno marcato per la grande distribuzione.

Da ultimo, il Consiglio dei ministri del 9 aprile ha approvato il Documento di Finanza Pubblica 2025, che prenderà il posto del DEF, incentrato principalmente sulla rendicontazione dei progressi fatti nell’attuazione del Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-29. Il documento arriva dopo appena sei mesi dall’invio alle Camere del Piano strutturale di bilancio di medio termine (PSBMT) 2025-2029. È pertanto principalmente incentrato sulla rendicontazione dei progressi compiuti in questo breve lasso di tempo, in ottemperanza alla normativa dell’Unione Europea, che prevede l’invio alla Commissione europea di una Relazione annuale sui progressi compiuti (Annual Progress Report).

A fronte dell’elevato grado di incertezza che caratterizza il contesto internazionale, il Governo conferma l’approccio prudenziale delle stime elaborate.

Le previsioni relative al PIL reale indicano per il 2025 una crescita dello 0,6 per cento, in aumento allo 0,8 per cento nel 2026 e 2027, in linea con quelle di Bankitalia. Tale andamento viene confermato, in base ai dati attualmente disponibili, anche nel 2028.

Il quadro di finanza pubblica conferma sostanzialmente quanto previsto nel Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029 dello scorso autunno. I dati di consuntivo per il 2024 hanno mostrato un deficit in miglioramento, ancor più marcato rispetto a quanto previsto nel Piano e nel DEF, che si è attestato al 3,4 per cento del PIL (anziché al 3,8 per cento previsto nel PSBMT e al 4,3 per cento nel DEF).

Per l’orizzonte di previsione del documento, si conferma il profilo di deficit previsto dal Piano. In particolare, il deficit del 2025 è ancora previsto al 3,3 per cento del PIL. Per quanto riguarda il 2026, le previsioni confermano la stima del 2,8 per cento, coerente con l’obiettivo di uscire dalla Procedura per disavanzo eccessivo. Nel 2027 si prevede un’ulteriore riduzione al 2,6 per cento, per poi chiudere al 2,3 nel 2028. Con riferimento al rapporto debito/PIL, nel periodo oggetto del DFP, si prevede un andamento leggermente più basso di quello indicato nel Piano, con differenze che tendono ad azzerarsi nel corso del periodo stesso’.

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