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Unicredit, l'esperto: "Ecco le possibili difese di Bpm, tra Assemblea e Danish Compromise"

"La partita non si gioca solo su numeri e strategie, ma anche sulle variabili regolatorie e politiche in campo"

Unicredit, l'esperto:
17 febbraio 2025 | 18.13
LETTURA: 2 minuti

Unicredit-Banco Bpm, altra battaglia nella guerra del risiko. L'istituto di Piazza Gae Aulenti avvisa: "Ci ritiriamo se cambia l'offerta di Banco Bpm su Anima". Castagna non si sottrae e risponde di fioretto: "Vogliono influenzare i soci: il ragazzo (Orcel) sta facendo il suo gioco ed è bravo a farlo: sta mettendo pressione sul nostro titolo in favore del suo titolo. Ma risponderemo anche legalmente a questo tipo di accuse". Le spade si incrociano, cosa sta accadendo? Ne parla all'Adnkronos Gabriel Debach, market analyst di eToro.

Ha ragione Castagna? Le azioni di Bpm potrebbero risentire di questo annuncio di Unicredit?

Sì, e la reazione in Borsa lo dimostra: Banco Bpm ha chiuso in positivo, ma con una performance inferiore a Unicredit. In finanza, le parole possono essere più taglienti dei numeri: insinuare un dubbio spesso pesa più dei dati concreti.

Nulla di nuovo al fronte..

Alla fine, da Piazza Gae Aulenti non è emerso nulla di nuovo, ma il messaggio è chiaro: se l’Opa su Anima dovesse rendere Banco Bpm finanziariamente meno attraente, Unicredit potrebbe ritirare la sua offerta su Piazza Meda.

Quale è il termine della partita in dati economici?

"Un’eventuale acquisizione di Banco Bpm da parte di Unicredit darebbe vita a un gruppo con oltre 4.700 sportelli distribuiti su tutto il territorio nazionale, con una limitata sovrapposizione geografica e una capitalizzazione di mercato combinata di circa 90 miliardi di euro".

Cosa significa?

"Questo renderebbe UniCredit il primo gruppo bancario italiano per market cap, superando Intesa Sanpaolo, e lo proietterebbe nella competizione per la leadership europea, al fianco di Banco Santander, Bnp Paribas e la stessa Intesa. Nel 2024, le due banche hanno registrato 26,7 miliardi di euro di ricavi, con un utile netto di 11,6 miliardi e una raccolta dalla clientela pari a 602 miliardi. Numeri che danno la misura del peso strategico dell’operazione".

Come si può difendere Bpm adesso?

"L’assemblea del 28 febbraio sarà un crocevia decisivo. I soci dovranno votare l’aumento dell’Opa su Anima a 7 euro, una mossa che richiede solo la maggioranza semplice e potrebbe rafforzare la posizione di Banco Bpm".

Il vero nodo è il Danish Compromise?

"Esattamente, senza il via libera della Bce, Banco Bpm dovrebbe consolidare il debito di Anima, rendendo l’operazione più onerosa e aumentando il rischio di un ritiro da parte di Unicredit. La partita non si gioca solo su numeri e strategie, ma anche sulle variabili regolatorie e politiche in campo". (di Andrea Persili)

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