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Banco Bpm, in settimana la Bce potrebbe decidere sullo sconto danese, cosa c'è in gioco

Sull'Ops di Unicredit: l'applicazione di questo meccanismo consentirebbe un ritorno sull'investimento superiore al 15%

Banco Bpm, in settimana la Bce potrebbe decidere sullo sconto danese, cosa c'è in gioco
24 marzo 2025 | 17.34
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Il nodo dello sconto danese, uno dei tanti tasselli del risiko, potrebbe essere risolto nei prossimi giorni. Lo confermano all'Adnkronos fonti a conoscenza del dossier: questa settimana la Banca centrale europea potrebbe sciogliere le riserve sul riconoscimento del Danish compromise a Banco Bpm nel contesto dell'offerta pubblica di acquisto su Anima. La banca, guidata da Giuseppe Castagna, è fiduciosa nella sua applicabilità, basandosi sulle attuali disposizioni normative. La decisione finale spetta alla Bce, che deve valutare se concedere l'autorizzazione necessaria. "Considerando l'importanza strategica delle operazioni in corso e la pressione delle parti coinvolte, è plausibile che la Bce possa dare il suo consenso, sebbene non vi siano garanzie", dice all'Adnkronos Flavio Notari, Head of Tax Technologies Companies di Orrick.

Ma cosa è lo sconto danese? Il "Danish Compromise", dice Notari, rappresenta un meccanismo cruciale nel panorama bancario europeo. Introdotto nel 2012 nell'ambito del Capital Requirements Regulation (Crr) dell'Unione Europea, questo compromesso offre agevolazioni contabili alle banche che detengono partecipazioni dirette in compagnie assicurative, riducendo l'assorbimento di capitale regolamentare e favorendo la competitività e le fusioni.

Per Unicredit, spiega Notari, "è determinante nell'operazione di acquisizione di Banco Bpm. Come spiegato dall'amministratore delegato Andrea Orcel, "l'applicazione di questo meccanismo consentirebbe un ritorno sull'investimento superiore al 15%, senza un eccessivo consumo di capitale. Senza il Danish Compromise, il ritorno scenderebbe all'11%, con un significativo consumo di capitale, rendendo l'operazione meno appetibile".

Nonostante i suoi vantaggi, il Danish Compromise non è privo di critiche. "Alcuni esperti - afferma l'esperto di Orrick - sottolineano che potrebbe mascherare i rischi reali associati alle partecipazioni assicurative, potenzialmente destabilizzando il sistema finanziario se non gestito correttamente". Inoltre, chiosa l'esperto, "la necessità di un'autorizzazione specifica da parte della Banca Centrale Europea (Bce) aggiunge un ulteriore livello di incertezza".

Il Danish Compromise si trova al centro di un intricato gioco finanziario che coinvolge alcune delle principali banche italiane. "La sua applicazione potrebbe determinare il successo o il fallimento di operazioni chiave come quella di Banco Bpm su Anima e quella di Unicredit su Banco Bpm", dice Notari. "La decisione della Bce - conclude - sarà determinante nel plasmare il futuro del settore bancario italiano". (di Andrea Persili)

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