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Tagliati 345 parlamentari

Sì dalla Camera, la riforma è legge: 553 a favore, 14 contrari e 2 astenuti. Conte: "Giornata storica". Già in cantiere il referendum, Giachetti: "Al lavoro per raccogliere le firme"

(AdnKronos)
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09 ottobre 2019 | 06.59
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E sforbiciata sia. Alla fine il taglio dei parlamentari è diventato legge. La Camera ha approvato ieri in via definitiva la riforma costituzionale che riduce il numero di senatori e deputati. Ora passeranno rispettivamente dagli attuali 315 a 200 e da 635 a 400. Il voto ha raccolto un consenso bulgaro: i voti favorevoli sono stati 553 su 567 votanti, 14 i contrari e due astenuti. Nessun voto contrario nei 5 Stelle. Nonostante alcune previsioni parlassero di dissidenti 'in sonno', pronti a venire allo scoperto in Aula al momento del voto, il gruppo è rimasto compatto. Su 215 deputati, cinque risultavano in missione e cinque non hanno partecipato al voto. Tutti gli altri, ossia 205, hanno votato a favore.

I 14 no vengono tutti dal gruppo Misto oltre a quello di Marzia Ferraioli di Fi. Due gli astenuti: Bruno Tabacci del Misto e la dem Angela Schirò. Per quanto riguarda le singole forze politiche, nei 5 Stelle risultavano in missione 5 deputati (Francesca Businarolo, Andrea Colletti, Federica Dieni, Maria Marzana e Leda Volti) mentre non hanno partecipato al voto: Sebastiano Cubeddu, Massimiliano De Toma, Paolo Giuliodori, Stefania Mammì e Roberto Rossini. Mentre nel Pd non hanno partecipato al voto Micaela Campana, Paolo Gentiloni e Francesca La Marca. Nessun deputato dem in missione. Due deputati di Italia Viva non hanno partecipato al voto (si tratta di Nicola Carè e Massimo Ungaro) e poi Rossella Muroni di Leu. La più corposa compagine dei non partecipanti al voto è stata quella azzurra con 25 deputati, i leghisti sono 8 (Virginio Caparvi, Luis Di San Martino Lorenzato, Cristian Invernizzi, Donatella Legnaioli, Augusto Marchetti, Carlo Piastra, Tiziana Piccolo e Adolfo Zordan), uno di Fdi (Salvatore Caiata).

A Montecitorio la festa dei Cinquestelle è contagiosa, con i deputati grillini che hanno aperto un enorme striscione con disegnate poltrone rosse, tenendo in mano cartelli e delle forbici giganti in cartone simboleggianti la sforbiciata. Esultano tutti a partire dal leader pentastellato: "E' una grandissima vittoria del popolo e dei cittadini italiani" dice Luigi Di Maio ai cronisti che lo attendono davanti a Montecitorio. "Quando abbiamo iniziato nessuno ci credeva. Passiamo da 945 parlamentari a 600 parlamentari e lo facciamo con una riforma storica di cui tutti si ricorderanno: i nostri figli, i nostri nipoti". Gli fa eco il segretario del Pd, Nicola Zingaretti: "La riduzione dei parlamentari è una riforma che il centrosinistra e il Pd portano avanti, in forme diverse, da 20 anni - scrive su Facebook - Oggi abbiamo deciso di votarlo tenendo fede al primo impegno del programma di Governo e anche perché abbiamo ottenuto, così come da noi richiesto, che si inserisca dentro un quadro di garanzie istituzionali e costituzionali che prima non c'erano". Soddisfatto anche il premier Giuseppe Conte: "Per l’Italia è una giornata storica" twitta il presidente del Consiglio.

Anche dall'opposizione, alla fine, non c'è alcun dietrofront. "A differenza del Pd e dei 5 stelle, la Lega non tradisce e mantiene la parola" spiega il numero uno della Lega Matteo Salvini. "Fiera" del risultato il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Il testo approvato tuttavia, per ora non avrà effetto. C'è già chi, come Benedetto Della Vedova di +Europa e Roberto Giachetti di Italia Viva, sta già preparando le richieste per il referendum confermativo. "La mia lealtà finisce qui - annuncia Giachetti - un minuto dopo sarò al lavoro per raccogliere le firme per chiedere un referendum per dire no a questa riforma".

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