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Sbarcano dalla Mare Jonio tutti i 31 naufraghi

La decisione dopo l'ispeazione a bordo di un team di medici inviati dal Ministero

Sbarcano dalla Mare Jonio tutti i 31 naufraghi
01 settembre 2019 | 15.04
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Sbarcati per "motivi sanitari" tutti i 31 migranti ancora a bordo dalla Mare Jonio di Mediterranea Saving Human. La decisione è stata presa dalle autorità dopo l'ispeazione a bordo di un team di medici inviati dal Ministero della Salute. Il trasbordo è stato eseguito in alto mare, proprio come era avvenuto nei giorni scorsi con le donne e i bambini, da una motovedetta della Guardia costiera che ha portato i naufraghi a Lampedusa. Ad accogliere al molo Favaloro i migranti le forze dell'ordine e i mediatori. Ieri erano stati evacuati altri tre profughi, tra cui una persona in barella.

Dalla relazione compilata dai medici che hanno eseguito nei giorni scorsi una nuova ispezione, è emerso lo stato di salute precario dei migranti rimasti a bordo. Oltre ai cinque casi di scabbia, ci sono altri casi di depressione acuta. E da ieri alcuni migranti hanno anche iniziato lo sciopero della fame. Da alcuni giorni non funziona neppure il dissalatore e le persone a bordo devono usare le bottiglie di acqua o i secchi per lavarsi.

"La loro odissea è finita ed all’orizzonte si intravede un po’ di umanità. Benvenuti in Europa!", ha scritto su Twitter Mediterranea commentando la notizia, anticipata dall'Adnkronos, dello sbarco dei 31 naufraghi a bordo della Mare Jonio.

Poco prima la rete delle associazioni italiane che con nave MareJonio da mesi monitora il Mediterraneo centrale, salvando vite, aveva lanciato un appello alle istituzioni italiane ed europee ad "ascoltare il cuore". "A chi serve questo spettacolo della cattiveria? Devono scendere tutti in barella? A che punto volete arrivare?", si legge in un post Twitter.

Secondo Mediterranea "ll Decreto Sicurezza Bis, illegittimo e incostituzionale, si basa sulla presunzione del pericolo di ingresso delle persone rispetto alla sicurezza dello Stato. Le loro storie rappresentano un insieme di sofferenze e diritti negati, sono davvero questi i nemici di cui avere paura? - aggiunge Mediterranea - Queste donne e questi uomini non devono essere il nuovo oggetto di liti politiche e propaganda, ma rappresentare il simbolo di un cambiamento culturale possibile, che restituisca l’anima a questo paese rimettendo al centro l’umanità e i diritti".

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