Alberto Bradanini, ex ambasciatore italiano in Cina e ora presidente del Centro studi sulla Cina contemporanea: "La chiusura di tutti i voli andava discussa e concordata, ci saranno conseguenze nei rapporti"
La reazione dell'Italia all'epidemia di nuovo coronavirus, con il blocco dei voli da e per la Cina, "è stata improvvisata e gestita in maniera dilettantesca", una volta passata l'emergenza potrebbero esserci "conseguenze" nei rapporti tra Roma e Pechino. Lo denuncia Alberto Bradanini, ex ambasciatore italiano in Cina e ora presidente del Centro studi sulla Cina contemporanea, parlando con l'Adnkronos delle tensioni tra Roma e Pechino di queste ore.
"Le nostre reazioni - dice - sono state come al solito improvvisate, gestite in maniera dilettantesca, perché la chiusura di tutti i voli tra l'Italia e la Cina andava discussa e concordata con gli stessi cinesi. Tra l'altro è una misura che, se l'Europa esistesse veramente, andrebbe adottata a livello europeo".
A parte il fatto che comunque in Italia si può arrivare attraverso Paesi terzi, con voli che fanno scalo, secondo l'ex ambasciatore sarebbe stato il caso di "trovare con i cinesi una soluzione che non intaccasse quella buona intesa diplomatica che è necessario avere con un Paese così importante dal punto di vista commerciale ed economico, e loro avrebbero capito".
Bradanini quindi non esclude che, una volta conclusa l'emergenza, potranno esserci conseguenze nei rapporti tra Roma e Pechino. "I cinesi non dimenticano i loro amici, ma non dimenticano neanche chi li ha abbandonati nel momento del bisogno - commenta - La nostra politica economica dovrebbe essere basata su un modello maturo e non dovremmo gestirla con il cappello in mano come abbiamo fatto finora. Abbiamo preso una misura bislacca, ce ne assumiamo tutte le responsabilità e reputo che ne pagheremo le conseguenze".
Infine Bradanini parla del modo in cui i cinesi hanno reagito all'epidemia di nuovo coronavirus: "A parte le prime due settimane in cui hanno sottovalutato quello che stava succedendo per ragioni burocratiche e perché temevano l'impatto economico - osserva l'ex ambasciatore - direi che hanno risposto molto bene, tutte le informazioni sono disponibili e il governo cinese collabora con i funzionari dell'Oms".