Jo Song Gil, il diplomatico nordcoreano che ricopriva l'incarico di ambasciatore ad interim a Roma, scomparso nel nulla lo scorso novembre, ha 48 anni. E' stato ambasciatore a Roma dall'ottobre 2017, dopo che l'Italia aveva espulso l'ambasciatore Mun Jong-nam in segno di protesta contro un test nucleare della Corea del Nord avvenuto un mese prima in violazione delle risoluzioni dell'Onu. Jo avrebbe dovuto terminare il suo incarico alla fine di novembre 2018.
È esponente di una delle famiglie più importanti del regime nordcoreano e questo spiegherebbe perché, quando Jo si trasferì a Roma nel maggio del 2015, gli fu consentito di portare con sé la famiglia. Le autorità di Pyongyang, infatti, generalmente sono obbligati a lasciare in patria i loro famigliari, per scoraggiare eventuali defezioni. All'epoca della sua defezione, la stampa sudcoreana diffuse la notizia che Jo aveva chiesto protezione personale al governo italiano all'inizio di dicembre, una procedura diplomatica volta a garantire che non venisse rimpatriato, in attesa che venisse sia accolta la richiesta di asilo in un paese terzo. La Farnesina smentì la circostanza.