Il vaccino contro il coronavirus a cui stanno lavorando il colosso del pharma AstraZeneca, l'universtà di Oxford e la società di Pomezia Irbm sarà pronto a settembre. Lo assicura il patron di Irbm Piero Di Lorenzo in una intervista alla Stampa. Quando sperate di chiudere? "Se tutto procede come deve -afferma- per settembre. Anche se nel frattempo la produzione è stata già avviata per non farci trovare impreparati".
Irbm è pronta anche per la produzione: "Si, siamo attrezzati per farlo. Del resto -spiega Di Lorenzo- le dosi per le sperimentazioni sono uscite dai nostri stabilimenti. Proprio in questi giorni stiamo programmando con AstraZeneca e Oxford le modalità di produzione. Siamo pronti a fare la nostra parte producendo alcuni milioni di dosi".
Soffermandosi sull'apporto di Irbm al progetto Di Lorenzo spiega: "Diciamo che abbiamo costruito la navicella spaziale, lo Shuttle che deve veicolare nell'organismo la proteina spike, sintetizzata e quindi depontenziata, che genera poi la risposta immunitaria in grado di respingere gli attacchi del virus. Il gene della proteina, l'università di Oxford lo ha sintetizzato già 18 anni fa, studiando i vaccini per altri coronavirus. Quando è apparso il Covid hanno impiegato non più di due settimane per sintetizzare anche questa in base al sequenziamento del gene messo a disposizione dalla Cina".
La Irbm è entrata in azione subito dopo. "Ricordo l'emozione quando è arrivata la mail con la quale Oxford ci chiedeva di collaborare, mettendo a punto e caratterizzando l'adenovirus, quello del comune raffreddore. Che ulteriormente depotenziato affinché non finisca per replicarsi nell'organismo, diventa il veicolo nel quale far viaggiare la proteina spike, che deve poi provocare la risposta immunitaria".
Finora, spiega ancora Di Lorenzo, è andato tutto "bene, visto che abbiamo già superato tre volte i severi esami dell'Agenzia del farmaco britannica, che ha autorizzato le varie fasi della sperimentazione. Dopo i primi test sui macachi è stato dato il via libera alla fase uno sui primi 510 volontari sani, che ha confermato l'assenza di tossicità ma anche l'efficacia, ossia la capacità di produrre una risposta immunitaria. Poi si è passati alla fase 2 su tremila volontari ai quali è stato inoculato il vaccino mentre ad altrettanti veniva somministrato un placebo. Superato anche questo esame siamo ora alla fase 3 su 10mila volontari, reclutati in Gran Bretagna e in Brasile, dove i picchi purtroppo ancora alti dell'epidemia ci assicurano di poter portare a termine la sperimentazione".