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Cei: "Nessuna volontà di strappo col governo, solo dialogo costruttivo"

Il portavoce dei vescovi don Maffeis: "Importante il richiamo del Papa. No a fughe in avanti, guai a calpestare le fatiche e le sofferenze del Paese"

Cei:
28 aprile 2020 | 11.18
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di Elena Davolio

La Chiesa italiana non ha alcuna volontà "di strappare col governo, né di fare fughe in avanti. L’intenzione è quella di andare avanti col dialogo costruttivo". Lo sottolinea il portavoce della Cei nonché sottosegretario, don Ivan Maffeis, in una intervista all’Adnkronos nella quale richiama il monito rivolto stamani dal Papa, nella messa a Santa Marta, al rispetto delle norme perché la pandemia non torni. "La parola del Papa - dice don Maffeis - è importante, è la parola di un padre, decisiva e opportuna". Non osservare le norme con fughe in avanti, osserva il portavoce della Cei, significherebbe "calpestare le fatiche e le sofferenze del Paese".

"Il richiamo del Papa alla prudenza e alla saggezza - annota ancora il portavoce della Cei - è davvero la cifra che ci serve per contemperare due esigenze che non possono essere contrapposte, la salute di tutti non può essere sottovalutata. Sottovalutare le indicazioni dell’autorità sanitaria significherebbe di fatto irresponsabilità che nessun cittadino può permettersi, sarebbe come calpestare i tanti morti, medici, infermieri, gli stessi sacerdoti e quanti, in una forma o nell’altra, si sono esposti per curare i malati di coronavirus compromettendo la loro stessa salute. Una sottovalutazione che sarebbe una irresponsabilità non scusabile".

Il portavoce della Cei, guarda alle settimane lasciate alle spalle e alla fase transitoria che abbiamo davanti: "Se nelle settimane che abbiamo alle spalle, ciascuno con responsabilità ha accettato le regole imposte, ora bisogna ricordarsi che non siamo fuori dall’emergenza. Il percorso che abbiamo davanti deve per forza prevedere una fase transitoria nella quale tornare gradualmente al lavoro, alle attività quotidiane e alla vita ecclesiale". Una fase nella quale, ribadisce don Maffeis richiamando il Papa, "prudenza e saggezza sono decisive . Per questo come Chiesa non possiamo in alcun modo giustificare fughe in avanti".

Il portavoce della Cei torna anche sulla reazione durissima dei Vescovi dopo il no alle messe aperte ai fedeli anche nella fase due dell’emergenza: " In quelle parole- spiega don Maffeis - non c ‘è volontà di strappare col governo o con il comitato scientifico. Tra noi in tutto questo tempo c’è sempre stata collaborazione e dialogo". Tuttavia, ricorda, la Chiesa ha dato voce alla "delusione" per non essere stati considerati. I Vescovi, spiega don Maffeis, apprezzano che da lunedì si potrà dare conforto ai famigliari dei defunti con i funerali. "La nota - osserva ancora - esprime amarezza di fronte al fatto che con la ripartenza di attività considerate giustamente strategiche per la vita del Paese non ci venisse riconosciuta la possibilità di tornare ad abitare le nostre chiese nel rigoroso rispetto delle norme".

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