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E' morto Mario Vargas Llosa, lo scrittore Premio Nobel aveva 89 anni

Si è spento a Lima. Una vita dedicata anche all'attività sociale e politica

Mario Vargas Llosa
Mario Vargas Llosa
14 aprile 2025 | 06.45
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Lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, vincitore del Premio Nobel per la letteratura 2010 e membro dell'Académie française, è morto domenica 13 aprile all'età di 89 anni a Lima, dove era tornato a vivere da qualche mese. "È con profonda tristezza che annunciamo che nostro padre, Mario Vargas Llosa, è morto oggi a Lima, circondato dalla sua famiglia e in pace", ha scritto sui social il figlio maggiore Alvaro in un messaggio firmato anche dal fratello Gonzalo e dalla sorella Morgana.

Negli ultimi mesi si erano moltiplicate le voci sul deterioramento della salute dello scrittore. "È alla vigilia dei 90 anni, un'età in cui bisogna ridurre un po' l'intensità delle proprie attività", aveva dichiarato il figlio Alvaro lo scorso ottobre, senza specificare lo stato di salute del padre. Durante la pandemia da Covid il grande scrittore era stato a lungo ricoverato in ospedale.

Vargas Llosa era stato insignito del Premio Nobel per la letteratura per aver raccontato "la cartografia delle strutture del potere" e per aver descritto "l'immagine della resistenza, della rivolta e della sconfitta dell'individuo". E' stato il primo scrittore di origine peruviana al quale è stato assegnato il più ambito riconoscimento letterario mondiale; un riconoscimento che ha suggellato una vita artista, ma anche politica, ricca, articolata e varia. Vargas Llosa era uno di quegli scrittori che ritengono che il romanzo sia un genere importante, l'unico in grado di esprimere "in modo vasto, ambizioso e complesso" la totalità del mondo narrativo.

"Solo il romanzo può beneficiare dell'intera esperienza umana. Testimonianza soggettiva, esprime allo stesso tempo ciò che sono stati gli uomini di un'epoca e di una società, ma anche tutti i fantasmi che l'hanno creata a partire da una realtà oggettiva", ha sostenuto il Premio Nobel, innamorato del romanziere francese Gustave Flaubert e del suo capolavoro "Madame Bovary".

Nato a Arequipa, in Perù, il 28 marzo del 1936, ma naturalizzato spagnolo, dopo aver vissuto per un lungo periodo a Londra, Vergas Llosa non è stato soltanto un autore, ma anche un politico 'in prima linea'. Alla sua passione per la scrittura e il giornalismo, iniziata nel 1959 con la raccolta di racconti 'Los jefes', il premio Nobel ha affiancato l'impegno nella vita sociale e politica: vicino, in una prima fase, al comunismo e ammiratore di Fidel Castro, con il tempo si è collocato su posizioni neoliberiste in economia e in politica. Un cambio di rotta che lo ha condotto ad essere nel 1990 il candidato presidente della coalizione di centro-destra alle elezioni generali in Perù. Una discesa in campo che non fu coronata dal successo perché Vergas Llosa fu battuto dal centrista-neoliberista indipendente Alberto Fujimori.

Ben più fortunata, se così si può dire, è stata la sua carriera letteraria: Vergas Llosa, infatti, con la sua opera, è diventato uno degli autori più rappresentativi del panorama della letteratura del Sudamerica.

Il suo nome si può ben accostare a quello di altri grandi scrittori come Gabriel García Márquez, Julio Cortázar, Carlos Fuentes, Jorge Luis Borges e Octavio Paz. Penna molto prolifica, Vergas Llosa ha pubblicato saggi e articoli. Il suo vero e proprio debutto è coinciso con il romanzo d'esodio dissacrante 'La città e i cani' (1963): bruciato in piazza in Perù, il libro ha ottenuto larghi consensi in Europa.

Gli hanno fatto seguito poi 'La casa verde' (1966) e il romanzo politico 'Conversazione nella cattedrale' (1969). 'Pantaleón e le visitatrici' (1973) ha inaugurato un registro di sottile, a volte comico, ironico, cui appartiene anche 'La zia Julia e lo scribacchino' (1977). Ha sperimentato il genere giallo dal risvolto sociale ('Chi ha ucciso Palomino Molero?', 1986).

La sua produzione letteraria, che in Italia è pubblicata da Einaudi, si è arricchita di opere più recenti tra le quali si segnalano 'La festa del caprone' (2000), 'Il paradiso è altrove' (2003), 'Avventure della ragazza cattiva' (2006), struggente storia d’amore e di fuga, 'Il sogno del celta' ( 2011), la biografia romanzata di Roger Casement, 'La civiltà dello spettacolo' (2013), 'Crocevia' (2016), 'Il richiamo della tribù' (2019) e 'Tempi duri' (2020).

Oltre al premio Nobel, Vergas Llosa ha ottenuto molti altri prestigiosi riconoscimenti tra i quali i premi Principe delle Asturiae, Cervantes, Grinzane-Cavour alla carriera e la presidenza del Pen Club International. Nel 1993 Vargas Llosa ha chiesto e ottenuto la cittadinanza spagnola che gli è stata concessa dal governo di Madrid allora socialista. Cittadinanza spagnola che ha potuto acquisire senza dover rinunciare a quella peruviana. Nel 1994 è stato nominato membro della Real Academia Española.

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