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Eurispes: "-1.320 euro tasse con 3 aliquote e maxi-scaglione centrale"

Eurispes:
13 maggio 2021 | 13.34
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Una riforma fiscale con la riduzione delle aliquote a tre, ma con un maxi scaglione centrale comporterebbe una perdita di gettito "non drammatica" per l'Erario ma "effetti rilevanti" di alleggerimento fiscale per i contribuenti con ad esempio un risparmio di 1.320 euro l'anno per i redditi di 40mila euro. E' quanto emerge dall'ultimo rapporto Eurispes.

L'ipotesi di un’aliquota unica tra i 15mila e i 75mila euro al 27%, mentre oltre i 75mila euro si continuerebbe a pagare il 43% e sotto i 15mila si continuerebbe a pagare il 23% dunque un sistema con solo tre aliquote, ma con un maxiscaglione nella parte centrale "secondo le simulazioni effettuate per testare il costo di questa ipotesi, la perdita di gettito per le casse dello Stato non sarebbe drammatica", scrive l'Eurispes. Il primo anno il costo sarebbe di 9 miliardi di euro e poi, a regime, aumenterebbe fino a 12 miliardi di euro. Gli effetti per i contribuenti sarebbero del resto molto rilevanti. Sempre secondo le simulazioni, ogni mille euro di reddito oltre i 28mila euro, si risparmierebbero infatti circa 110 euro. Oltre i 55mila euro, per ogni mille euro aggiuntivi dichiarati, il risparmio salirebbe a 140 euro. Quindi, per esempio, con un reddito di 40mila euro, il risparmio sarebbe di 1.320 euro l’anno. A 50mila euro i risparmi salirebbero a 2.430 euro l’anno, e a 60mila euro si raggiungerebbero i 3.500 euro di minori tasse.

Un'altra ipotesi prevede, ad esempio, che le due centrali del 38% (tra i 28mila e i 55mila euro) e del 41% (tra i 55mila e i 75mila euro lordi) potrebbero unirsi in un’unica area 36%. Tale accorpamento coinvolgerebbe 8,2 milioni di contribuenti con un costo di circa 5 miliardi. Tra le ipotesi in campo vi potrebbe poi essere anche quella di un accorpamento delle prime due aliquote, quelle del 23% per i redditi fino a 15.000 euro e del 27% per i redditi fino a 28.000 euro, in una sola aliquota – pari, ad esempio al 20% ‒ che si applicherebbe a tutti i contribuenti con redditi fino a 28.000 euro. Ma le ipotesi intermedie possono comunque essere le più svariate.

Quanto al modello tedesco di progressività con aliquota continua, si spiega, comporta aliquote marginali costantemente crescenti dal 14% al 42%, con un’ulteriore aliquota al 45%. Il vantaggio più evidente di un sistema simile a quello tedesco consisterebbe nel fatto che non vi sarebbe più la grande distanza di trattamento tra contribuenti che ricadono per pochi euro in uno scaglione di reddito o nel successivo, come nel sistema attuale. Dal confronto con la progressività a 'scaglioni' italiana si evince che l’aliquota marginale massima tedesca eccede quella italiana (45% rispetto al 43%), ma la base imponibile a cui è applicabile l’aliquota tedesca è quasi quadrupla rispetto all’italiana (270.501 euro contro i 75.000 euro del nostro ultimo scaglione). Bisogna inoltre tenere presente che la nostra struttura socioeconomica è molto diversa da quella della Germania. In Italia vi sono oltre 5 milioni di autonomi, mentre in Germania la stragrande maggioranza dei contribuenti sono dipendenti di medie e grandi imprese. L’aliquota personalizzata alla tedesca recupererebbe dunque progressività solo per chi paga l’Irpef a scaglioni, ma non per quanti sono soggetti ai tanti regimi sostitutivi oggi vigenti nel nostro sistema.

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