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Elezioni 2022, Crosetto: "Serve patto per bene Paese, no a demonizzazioni"

Il fondatore di FdI: " A settembre tsunami su Italia". Richetti: "Patto? non demonizzo Meloni ma non si può nascondere verità'"

(Foto Fotogramma)
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04 agosto 2022 | 13.37
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"A settembre sul nostro Paese si abbatterà uno tsunami, con una prevedibile minore ricchezza reale del 10%. Vivremo momenti di difficoltà spaventosa. E per questo "C’è bisogno di un patto. Senza il quale, a perdere saremmo tutti". Così il fondatore di Fratelli d'Italia Guido Crosetto, in una intervista al Corriere della Sera, in vista delle elezioni politiche del 25 settembre 2022.

Crosetto chiede quindi agli avversari "un patto, appunto. L’obiettivo di settembre è far reggere un sistema economico sociale che andrà in crisi pensando tutti al bene comune". E le richieste sono di "non fare una campagna elettorale a slogan di 'l’Italia fallirà con Meloni' o 'fallirà con Letta', perché non si prende un voto in più ma si fa danno al Paese. Chiunque vinca, le imprese sarebbero comunque in difficoltà, la crisi comunque colpirà, l’ondata migratoria comunque sarà un problema enorme da gestire. E nessuno avrà la bacchetta magica. Le cose andranno affrontate con senso di responsabilità, ma sarà possibile solo se il Paese davanti all’emergenza sarà compatto. Come la Meloni ha fatto sull’Ucraina: ecco, quella deve essere la cifra".

Richetti

"Io sono un moderato e non demonizzo la Meloni e non insulto. Ma se le proposte della destra provocano un danno al paese, non si può nascondere la verità", dice all'Adnkronos il senatore di Azione Matteo Richetti, commentando l'appello di Guido Crosetto.

"Più che gli appelli, io sto alle carte - spiega il presidente di Azione - la Meloni, in questa legislatura ha depositato una legge che mette l'ordinamento nazionale preordinato a quello comunitario, ed è una modifica della costituzione. Se quella legge venisse approvata, farebbe tecnicamente terminare il mercato unico in Europa, e siccome le nostre imprese vivono di mercato unico, sarebbe per loro la fine di ogni prospettiva del mercato".

"Siccome io sono di Sassuolo - aggiunge Richetti - e la manifattura la conosco piuttosto bene: se quella cosa diventa legge, scappano i posti di lavoro e chiudono le imprese. Io non demonizzo nessuno ma questo non può voler dire nascondere la verità agli italiani. Finché si scherza, e si parla di alberi, va bene, ma quando parliamo del futuro delle famiglie italiane allora Azione non scherza", conclude Richetti.

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