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Tesla, ora la salvezza è negli adesivi 'anti Musk'

Boom di sticker per prendere le distanze da Elon. Una scelta 'politica' ma anche per evitare danneggiamenti. E c'è chi ribattezza la sua auto 'Toyota'

Un adesivo 'anti Musk'
Un adesivo 'anti Musk'
17 marzo 2025 | 15.08
LETTURA: 3 minuti

In un momento in cui tutto quello che è associato a Elon Musk è considerato filo-trumpiano, se non addirittura 'retrogrado', non tutti possono permettersi di (s)vendere la propria Tesla come hanno fatto diversi personaggi famosi (dall'attore Jason Bateman alla cantante Sheryl Crow). La soluzione più economica per continuare a guidare i modelli elettrici della casa americana è diventata così quella di 'prendere le distanze' a parole. Ovvero con un adesivo.

Così se le vendite di automobili Tesla stanno crollando a livelli preoccupanti - così come i titoli del brand a Wall Street - è un vero e proprio boom di sticker per esprimere il proprio disprezzo verso le attività politiche di Elon Musk. Lo sa bene Patrik Schneider, un tedesco appassionato di auto elettriche, che dopo la vittoria di Trump aveva messo in vendita per scherzo adesivi con la scritta 'L'ho comprata prima che Elon impazzisse': doveva essere uno scherzo con poche decine di esemplari da distribuire, ma dopo l'insediamento del tycoon - con Musk nel ruolo di 'suggeritore-esecutore' delle misure più contestate - le vendite sono esplose. Schneider ha raccontato di avere toccato le 2 mila richieste al giorno, trasformando lo scherzo in un affare. Nel frattempo, a leasing concluso, ha mollato la sua Tesla per passare a un'elettrica meno 'controversa'.

Ma il business è ormai globale: su Amazon la sezione 'adesivi Tesla' è ormai una categoria a parte, con 9 euro si portano a casa sticker con dell'Anti Elon Tesa Club, o con la scritta 'Amo questa macchina, non Elon Musk', o anche 'Sta' zitto, Elon!'. Ma i cinesi non sono stati a guardare e su AliExpress di euro ne bastano 3 o anche meno (disponibili, va detto, ma con una richiesta inferiore anche adesivi 'I love Elon' oppure 'Still driving Tesla - Still Team Elon').

D'altronde, questo tipo di adesivi, oltre a evidenziare la distanza ideologica fra il conducente e Musk, rappresenta anche una sorta di assicurazione contro eventuali atti vandalici. La tentazione di colpire le vetture Tesla in quanto simbolo del trumpismo - come dimostrato da frequenti roghi e danneggiamenti - è forte. Sul social X - di proprietà proprio di Elon Musk - una utente ammetteva: "oggi pomeriggio ho visto una Tesla a Sanremo. Ho avuto l'istinto di rigarla", mentre un altro automobilista spiegava "ho comprato l'auto non ho 'sposato' le idee del fascistone...cmq la tentazione di venderla (nonostante non abbia nemmeno 2 anni) e di mandarlo a quel paese è forte".

Ma, come detto, non tutti possono farlo a cuor leggero come ha fatto Mark Kelly. Il senatore democratico (eroe di guerra eppure bollato come 'traditore' da Musk per la sua attività in Ucraina) se n'è disfatto spiegando che guidare la sua Tesla era diventato "come un cartellone pubblicitario mobile per un uomo che sta smantellando il nostro governo e ferendo le persone". Gli automobili normali, invece, devono fare i conti con il rischio di perdere un sacco di soldi: il modello più economico, la Model 3, parte da 37 mila euro e sul mercato i prezzi sono in picchiata, mentre - come ha spiegato Alberto Sanz de Lama, direttore del portale di vendite svizzero Autoscout 24 - "la domanda di Tesla è diminuita notevolmente dall’inizio dell'anno". Aspettare che Musk 'rinsavisca', vendere (rimettendoci) o comprare un adesivo. Le scelte sono limitate: salvo voler fare come l'anonimo automobilista che, dopo aver comprato un vistoso CyberTruck, ha pensato bene di riverniciare la coda, aggiungendo una scritta improbabile ma rassicurante, ovvero 'Toyota'. (di Massimo Germinario)

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