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Stellantis, sindacati contro Tavares: "Nessun piano, scaricabarile su Ue"

"Non ci ha presentato nessun documento, ci ha solo dato risposte generiche", spiega all'Adnkronos il leader della Uilm, Rocco Palombella. "L'audizione non ha portato a nessuna novità", sottolinea il segretario della Fim, Ferdinando Uliano che chiede un "Pnrr per l'auto".

Stellantis, sindacati contro Tavares:
11 ottobre 2024 | 18.15
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Nessun piano industriale, nessuna risposta, nessuna assunzione di responsabilità. Il giudizio delle tute blu sulle parole dell'Ad di Stellantis, Carlos Tavares, poco dopo la fine dell'audizione a Montecitorio, è unanime, netta e tutte le ragioni dello sciopero generale del 18 ottobre - il primo del settore auto in quarant'anni - restano.

Il Ceo della casa automobilistica ha appena finito di parlare quando le reazioni dei metalmeccanici iniziano ad arrivare. Il primo è il leader della Uilm, Rocco Palombella, che si scaglia contro l'affermazione di Tavares che, di fronte a deputati e senatori, assicura di aver presentato lui stesso il piano industriale ai sindacati. "Non ci ha presentato nessun documento, ci ha solo dato risposte generiche, proponendo delle ‘missioni’ per i singoli siti, che però erano talmente avanti che non potevano essere soddisfacenti", dice invece il segretario parlando con l’AdnKronos. “La situazione è drammatica, tra cassa integrazione e fermate. Ci dovevamo ‘fidare’ ma ogni cosa detta poi si è scontrata con la realtà”, incalza.

Identico il giudizio di Ferdinando Uliano, segretario Fim: "L'audizione non ha portato a nessuna novità, nemmeno mezza. E' stata descritta una situazione che ormai conosciamo, un quadro di difficoltà enorme che tutte le case automobilistiche europee attraversano, causata da una transizione che ne mette a dura prova la competitività". Ma questo non affranca la multinazionale dalle proprie responsabilità, sottolinea Uliano: è vero che "è mancato un intervento europeo" ma "le difficoltà di Stellantis dipendono anche dalle loro responsabilità. La prova del nove sta nel fatto che c’è stato un cambio radicale nel Cda e anche le dichiarazioni fatte su Maserati in Cina mostrano errori significativi su un brand che, nel piano Dare Forward 2030, ha un aspetto centrale". Secondo il sindacalista è chiaro che "se non si affrontano in maniera strutturale" le criticità del comparto automotive, non serve "scaricare le responsabilità su altri, di mezzo ci sono posti lavoro e licenziamenti. Se non si interviene sulla cassa integrazione – avverte – nel 2025 saranno licenziate 25mila persone tra Stellantis e l’indotto. Questa è la realtà. Per questo serve un ‘Pnrr per l’Auto: non c’è un produttore europeo che non abbia rivisto le previsioni fatte sette mesi fa”.

Uno 'scaricabile' insomma, come evidenzia anche la Fiom: l'ad "ha addossato tutta la responsabilità della crisi delle vendite al quadro legislativo europeo, che pure ha le sue responsabilità, e ha chiesto ancora una volta la richiesta di ulteriori incentivi per sostenere la domanda di auto elettriche", attacca Corso d'Italia segnalando i 950 milioni di euro di incentivi "già utilizzati per gli ecobonus" che però hanno prodotto "meno di 300 mila autoveicoli" e un aumento della cig in tutti gli stabilimenti italiani. "I soli incentivi non servono a risolvere la crisi del settore automotive in Italia, è necessario un piano straordinario per rilanciare il settore. Dopo l’audizione di oggi si fa ancora più urgente la necessità di una convocazione a Palazzo Chigi con Stellantis e le organizzazioni sindacali", ribadisce la Fiom

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