"Il Governo si ricordi dell'articolo 32 della Costituzione" sul diritto alla salute. Lo chiede l'Uap nel comunicare che è stata convocata per il 20 marzo alle 11, al Teatro Brancaccio di Roma (va Merulana 244), la riunione intersindacale delle associazioni di categoria più rappresentative degli ambulatori e poliambulatori privati, per una "corretta valutazione" di quanto accadrà alla sanità italiana con l'ingresso delle tariffe introdotte dal nuovo Nomenclatore di specialistica ambulatoriale. "La sua applicazione, infatti - paventa l'Uap - bloccherà l'abbattimento delle liste di attesa, con una drammatica ripercussione sui 36mila posti di lavoro" degli addetti "italiani, che perderanno il proprio posto a vantaggio delle grosse multinazionali estere. Si chiede quindi al Governo di prendere coscienza che la sanità va tutelata per cittadini e imprenditori".
"Le Regioni del Nord Italia più virtuose, come la Lombardia e l'Emilia Romagna, che non sono in Piano di rientro - osserva l'Unione ambulatori e poliambulatori - hanno già approvato i propri nomenclatori tariffari, che prevedono tariffe più vantaggiose. Ci si chiede il motivo per cui non possano essere adottati i medesimi nomenclatori anche nelle Regioni del Sud Italia, che sono in Piano di rientro".
Alla riunione intersindacale, conclude l'Uap, "saranno chiamati a partecipare anche gli esponenti del mondo politico interessati" al tema, "e soprattutto il ministro Schillaci, a cui chiederemo di rispondere alle nostre domande in merito a tale scelta. Si chiede altresì la presenza del sottosegretario di Stato al ministero della Salute, onorevole Gemmato, e del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che tanto hanno a cuore la sanità italiana".