
Crociani: "A Vinitaly si sono affacciati altri mercati, guardiamoci intorno"
I dazi americani, e l’incertezza che portano con loro, preoccupano i produttori di vino italiano, che però restano fiduciosi in una possibile ricomposizione della frattura tra Stati Uniti ed Europa. Il mantra resta ‘niente panico’, guardando anche ai nuovi mercati e alle nuove opportunità di investimento che si sono aperte, soprattutto nel corso di questa edizione del Vinitaly a Verona, alla prova della sfida internazionale posta dalle politiche tariffarie di Donald Trump. Lo hanno spiegato all’Adnkronos il direttore del Consorzio Vino Nobile di Montepulciano, Paolo Solini, e la vicepresidente Susanna Crociani, presenti alla fiera veronese.
“Il vino nobile di Montepulciano è un comprensorio che produce circa 10 milioni di bottiglie di vino, ne vanno in esportazione circa l’80%, quindi è molto rappresentativo. Principalmente è la Germania il primo paese importatore, seguono gli Stati Uniti, che è un paese importante su cui il consorzio e le aziende investono ormai da una decina d’anni molte risorse con ottimi risultati”, ha sottolineato il direttore Solini, facendo presente che “il 35% dell’esportato e circa il 20% del Vino Nobile totale viene venduto negli Usa. Perciò questa situazione – gli sviluppi internazionali sui dazi ndr – è tenuta in massima considerazione e crea un po’ di apprensione nei confronti dei produttori, ma siamo fiduciosi che questo gap possa essere superato”.
Ma il vino italiano ha dalla sua alcuni 'vantaggi'. “I punti di forza di una denominazione piccola – come quella del Vino Nobile di Montepulciano – è l’essere una denominazione storica che in questi anni non ha mai perso occasione per guardarsi dentro, rinnovarsi e creare nuovi progetti. Quindi parliamo soprattutto della grande qualità del vino che produciamo in un territorio così piccolo, com’è quello di Montepulciano”, ha evidenziato la vicepresidente Crociani. Certo, siamo “in un momento di grande incertezza, sia per i dazi ma in generale per tutto quello che accade nel mercato internazionale”, che rende anche complesso fare previsioni sul lungo periodo. Però, “in questo Vinitaly stiamo, tutti noi produttori, facendo nuovi e importanti contatti. Si sono affacciati mercati in cui fino ad oggi non avevamo investito e che invece ci stanno dando nuove opportunità”. E allora cosa fare? Per Crociani “sicuramente non abbandonare mercati importanti, dove sempre abbiamo investito, ma anche guardarci intorno e investire in spazi nuovi”.