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Draghi: "Pressione fiscale giù di 0,4% nel 2022"

Il premier al XIX Congresso confederale della Cisl: "Il governo è qui per fare quello che serve all’Italia, non per stare fermo"

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26 maggio 2022 | 12.10
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"Prevediamo che la pressione fiscale quest’anno cali di 0,4 punti percentuali rispetto all’anno scorso - la riduzione più consistente degli ultimi sei anni". Lo ha detto il premier Mario Draghi in un passaggio del suo intervento al XIX Congresso confederale della Cisl alla Fiera di Roma.

"Condivido molto il titolo che avete scelto per il vostro Congresso. 'Esserci per cambiare' è una frase diretta, che racchiude anche il senso di questo governo - ha affermato il presidente del Consiglio - Siamo qui per fare quello che serve all’Italia, ai lavoratori, alle imprese - non per stare fermi. E siamo qui per farlo insieme a voi – alle parti sociali. Perché il cambiamento di domani dipende dalla nostra azione di oggi. E questa azione deve partire da una prospettiva concreta, coraggiosa, condivisa".

"Fin dal suo insediamento, il governo ha cercato – e, direi, molto spesso trovato - il dialogo con i sindacati. Lo abbiamo fatto perché le buone relazioni industriali sono state essenziali in alcuni dei momenti più difficili della nostra storia. Penso innanzitutto al Patto Ciampi del 1993 che ha reso l’Italia più forte e competitiva, e che ha coniugato crescita economica, tutela dei diritti, difesa dei salari dei lavoratori" ha detto il premier.

"A marzo dello scorso anno - ha ricordato il presidente del Consiglio - con il ministro Brunetta abbiamo firmato il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico, che ha inaugurato un metodo di confronto a partire dai temi dell’organizzazione del lavoro e della formazione professionale. A maggio, il ministro Bianchi ha promosso il Patto sulla scuola, con cui il governo si è impegnato a valorizzare il personale scolastico e a investire sulla sicurezza degli istituti. Abbiamo collaborato in modo costante e proficuo per la gestione della pandemia. Le intese sui protocolli anti-Covid-19 e sulle vaccinazioni in azienda ci hanno permesso di riaprire il Paese più velocemente, di far ripartire l’economia in sicurezza".

"Collaboriamo nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, grazie al Tavolo Permanente per il Partenariato Economico, Sociale e Territoriale. Uno strumento essenziale per realizzare al meglio le riforme e gli investimenti che servono al Paese e in particolare ai giovani, alle donne, al Mezzogiorno. Questo elenco, non esaustivo, dimostra che i risultati raggiunti dal governo sono il prodotto di un metodo che ci siamo voluti dare, insieme. Voglio ringraziare Cgil, Cisl, Uil e i Segretari Landini, Sbarra, Bombardieri, per lo spirito di leale e franca collaborazione, che auspico possa rafforzarsi ulteriormente nei prossimi mesi", le parole del premier.

Nel suo intervento Draghi ha affermato che per i lavoratori il governo ha fatto molto e in "rapidità", "molto però resta ancora da fare - a partire dalla sicurezza dei lavoratori. Voglio ricordare, ancora una volta, le persone che hanno perso la vita mentre lavoravano – oltre 1.200 nel solo 2021".

"Alle loro famiglie, ai loro colleghi, esprimo la più sentita vicinanza del governo e mia personale - ha detto il presidente del Consiglio mentre dalla vasta platea si levava un lunghissimo e sentito applauso - Con la collaborazione attiva di voi sindacati, siamo intervenuti per rafforzare e rendere più partecipato il sistema dei controlli. Potenziare le attività ispettive, però, non basta. Le aziende devono fare attività di formazione, di manutenzione, di prevenzione. È un tema di civiltà, che qualifica una democrazia", ha rimarcato con forza il premier.

Riguardo alla guerra in Ucraina, Draghi ha evidenziato che "rende i nostri sforzi di cambiamento più complessi e, al tempo stesso, ancora più necessari. Il mercato dell’energia vive una fase di enorme volatilità, che penalizza i lavoratori e le imprese. I blocchi alle esportazioni, i colli di bottiglia negli approvvigionamenti, i ritardi nelle consegne hanno messo in luce la delicatezza dei nostri sistemi industriali. Queste crisi colpiscono in particolare i cittadini più vulnerabili, le realtà sociali più fragili, e mettono a dura prova la coesione sociale. Ci costringono a ripensare la nostra politica energetica, le nostre catene produttive, il nostro sistema di filiera".

"Oggi, mentre le ragioni della forza tentano nuovamente di prevalere nel cuore dell’Europa, voglio ricordare l’insegnamento di un economista che ha dato molto all’Italia, alla sua civiltà del lavoro. 'L’utopia dei deboli – diceva Ezio Tarantelli – è la paura dei forti'. Lo dimostra la storia del movimento dei lavoratori nel nostro Paese. È così che si costruisce la forza di una democrazia libera. Per questo, abbiamo scelto senza esitazioni di metterci al fianco di un popolo aggredito" ha scandito Draghi.

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