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Firenze celebra Giovan Battista Foggini, architetto e scultore granducale

Con una grande esposizione monografica che si tiene a Palazzo Medici Riccardi dal 10 aprile al 9 settembre 2025

Firenze celebra Giovan Battista Foggini, architetto e scultore granducale
09 aprile 2025 | 13.44
LETTURA: 5 minuti

Firenze celebra il genio artistico di Giovan Battista Foggini (1652-1725) con una grande mostra monografica, che si tiene a Palazzo Medici Riccardi dal 10 aprile al 9 settembre 2025. L'esposizione, ideata e curata da Riccardo Spinelli con il coordinamento scientifico di Valentina Zucchi, è organizzata in occasione del terzo centenario della morte dell'artista e intende restituire al pubblico la straordinaria figura di colui che, con la sua opera interdisciplinare, ha finito per plasmare il linguaggio artistico della Firenze tardo-medicea. Un’opportunità unica per mostrare la levatura progettuale, stilistica e tecnica di Foggini, evidenziandone la molteplicità d'interventi e la sua 'cifra' che fece scuola a Firenze: qui il suo stile aulico e magniloquente venne infatti ben presto affermandosi, apprezzato dai Medici, dai contemporanei e imitato dagli artefici più giovani che trovarono in lui un maestro geniale, dall’inventiva fantasiosa, pressoché inesauribile.

Attraverso una selezione di oltre 80 tra sculture, disegni e manufatti, la mostra ripercorre la carriera di Foggini, formatosi a Roma presso l'Accademia Medicea fondata da Cosimo III de' Medici e divenuto, una volta rientrato a Firenze, scultore granducale, architetto di corte e direttore delle Manifatture di Galleria destinate dal principe alla produzione di meravigliosi oggetti a intarsio di pietre dure e in metalli preziosi. Il suo stile, caratterizzato da un linguaggio tardo-barocco influenzato dall'arte romana, ma originale, ha definito l’immagine della Firenze di fine Seicento, facendo da viatico alle generazioni successive.

Palazzo Medici Riccardi, luogo emblematico di Firenze e prima residenza della famiglia Medici, rappresenta la cornice ideale per questa mostra celebrativa dal titolo "Giovan Battista Foggini (1652-1725). Architetto e scultore granducale", avendo ospitato nel tempo alcune delle opere più significative dell'artista, come gli interventi per la Galleria degli Specchi affrescata da Luca Giordano e le sale limitrofe, la contigua Biblioteca Riccardiana, la sistemazione antiquaria del cortile quattrocentesco, la stuccatura della loggia terrena sul giardino, il prolungamento della facciata michelozziana su via Cavour.

Il percorso espositivo è articolato in sezioni tematiche che esplorano la scultura in marmo, bronzo e terracotta, l'attività di architetto e designer, il suo ruolo nella produzione di oggetti in pietre dure e metalli preziosi e la sua influenza sulla statuaria monumentale. Tra le opere esposte, provenienti da prestigiose collezioni internazionali, spiccano prestiti dal Museo del Louvre di Parigi, il Bayerisches Nationalmuseum di Monaco, il Minneapolis Institute of Arts di Minneapolis, lo Staatliche Kunstsammlungen di Dresda, le Gallerie degli Uffizi e i Musei del Bargello – Museo Nazionale del Bargello e Museo delle Cappelle Medicee di Firenze, il Museo Poldi Pezzoli di Milano, l'Istituto Centrale per la Grafica di Roma, le Gallerie Nazionali d'Arte Antica, Palazzo Corsini, sempre a Roma, e molti privati.

La mostra si apre con opere relative all'attività giovanile dell'artista, segnata dalla formazione a Roma presso l'Accademia fondata da Cosimo III, con disegni e lavori in terracotta come Il mito di Pigmalione, presentato all’Accademia di San Luca nel 1673, una Crocifissione con dolenti modellata a Roma e poi fusa in bronzo al rientro a Firenze, – con l’inedito bozzetto preparatorio-, la Strage dei figli di Niobe del 1674 e altri rilievi collocabili in quel periodo: Porsenna libera Clelia e le compagne dalla prigionia (collezione privata), la Sacra famiglia e il Ratto di Proserpina agli inferi, questi ultimi due del Museo Nazionale del Bargello.

Segue una sezione dedicata alla scultura in bronzo, in cui si possono ammirare numerosi bronzetti ispirati alla letteratura antica, in particolare alle Metamorfosi di Ovidio, indicativi della scelta cultura letteraria dell’artista come dei suoi committenti, tra i quali si annovera il Granduca Cosimo III che ebbe modo di farne dono di alcuni all'Elettore del palatinato, suo genero avendone sposata la figlia Anna Maria Luisa. Le opere, provenienti da importanti collezioni italiane e internazionali, sono accompagnate da loro derivazioni in cera, porcellana di Doccia, gesso e biscuit, che ne attestano la fortuna e la diffusione. Sulle pareti sono esposte in grande formato pagine tratte dal Giornale del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, testimoni dell’instancabile vena creativa dell'artista.

In una delle sale sono visibili due degli otto ritratti di Casa Medici scolpiti da Foggini per il cardinale Francesco Maria de' Medici - presente in effige, assieme a quella del cardinale Leopoldo (prestito del Museo del Louvre) -, mentre un altro settore di pregio della mostra è rappresentato dai lavori usciti dalle Manifatture di Galleria, che celebra l'attività di Foggini come responsabile dell’invenzione di tanti meravigliosi lavori realizzati dalla Real Galleria e Cappella (dal 1694). In mostra, il celebre Tavolo intarsiato in pietre dure di Palazzo Pitti e una serie di reliquiari sontuosi in bronzo, ebano e argento, straordinari per qualità tecnica e valore simbolico. Completano la sezione due bronzi tardi eseguiti per Anna Maria Luisa de’ Medici: Il Battesimo di Cristo (1723–24) e David e Golia, quest’ultimo, essendo mancata la possibilità d’avere in mostra la fusione ‘principe’ del bronzetto del 1722, conservata in Russia, è visibile nelle declinazioni da esso scaturite in cera e porcellana di Doccia.

La sezione 'L'Antico e il Re Sole' testimonia il prestigio internazionale dell’artista grazie alle commissioni ricevute da Luigi XIV di Francia, il Re Sole: in mostra L’Arrotino e Il Cinghiale, repliche da celebri sculture antiche delle collezioni medicee, inviate a Versailles nel 1684. Accanto, una versione in porcellana del Laocoonte (capolavoro ellenistico ritrovato a Roma nel 1506) derivata dalla copia del gruppo antico scolpita da Baccio Bandinelli, oggi agli Uffizi, e realizzata dalla Manifattura di Doccia dalle forme originali servite a Foggini per un bronzetto con questo soggetto, documento dell’interesse dello scultore per la statuaria classica e per la sua diffusione.

Il percorso si conclude con una sala dedicata ancora alla presentazione di alcuni capolavori usciti dalle Botteghe di Galleria, fra cui una strepitosa cassetta intarsiata proveniente dal Minneapolis Institute of Art, alla grafica e alla documentazione storica: vi si espone, dopo oltre 45 anni, il Giornale degli Uffizi, un quaderno di progetti e schizzi che illustra l’inventiva dell’artista, e, per la prima volta, il Carteggio fogginiano conservato nella Biblioteca-Archivio del Seminario Maggiore di Firenze, un fondo di oltre cinquecento lettere che offre uno spaccato prezioso sulle relazioni intellettuali e artistiche intrattenute da Foggini con le maggiori personalità nel campo dell’arte del suo tempo.

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