
La madre del "ragazzo dai pantaloni rosa": "Ancora troppa la solitudine e mancanza di risposte"
"Il suicidio di Davide, alias Alexandra, sta a significare la strada che ancora c'é da fare. La questione qui non è l'asterisco nella lingua italiana, è un ragazzo di 21 anni che affronta un viaggio senza ritorno perché non si sente tutelato, perché versa in uno stato di solitudine per sprofondare nel buio per colpa di odiatori della rete, figli di questo substrato sociale alimentato dai pregiudizi. Se prima vedevo uno spiraglio verso un cambiamento culturale, oggi temo si stia facendo un passo indietro perché questi analfabeti funzionali stanno prendendo piede". Lo dice all'Adnkronos Teresa Manes, mamma di Andrea Spezzacatena, il 15enne suicida vittima di bullismo e cyberbullismo omofobo che ha ispirato il film 'Il ragazzo dai pantaloni rosa'.
Riferendosi al suicidio del tiktoker 21enne morto mercoledì nel suo appartamento di Sesto San Giovanni, a Milano, dopo aver raccontato online il suo percorso alla scoperta della sua identità di genere, spiega: "Bisognerebbe esser chiamati ad assumersi le responsabilità anche della violenza verbale, di un pensiero pericoloso e non rispettoso, a prescindere dall'orientamento sessuale. Da mamma si ravviva il mio dolore, perché è come se fosse un altro figlio perso per strada. Quanti messaggi mi arrivano sui social, soprattutto dopo la proiezione del film. Ho segnalato alla polizia il grido di aiuto di un 12enne di Palermo, che mi confidava di star passando quello ha sofferto il mio Andrea. In quei messaggi leggo la solitudine, magari una richiesta di aiuto inevasa nel contesto sociale di questi ragazzi, l'indifferenza degli adulti".
"C'é bisogno di fare qualcosa di più - ribadisce Teresa Manes - Secondo me non bisogna tanto pensare a inserire il latino nella scuola media, quanto a introdurre l'educazione sentimentale all'affettività. Bisogna formare questi ragazzi alla vita. Troppa la solitudine e la mancanza di risposte. Genitori da una parte e docenti dall'altra devono recuperare quell'azione educativa che oggi un po' si è persa". (di Silvia Mancinelli)